ROMA. Gli apparecchi per l'accertamento dei limiti di velocità, come gli autovelox, vanno sottoposti a periodiche verifiche. Parola della Corte Costituzionale che ha 'bocciatò una norma del nuovo codice della strada. Una decisione che ora, secondo le associazione dei consumatori, spiana la strada ai risarcimenti per i cittadini. A sollevare il dubbio di costituzionalità era stata la Cassazione, che nel giudicare il ricorso di un cittadino arrivato fino alla Suprema Corte, ha deciso di rimettere gli atti ai giudici costituzionali. Ieri il deposito della sentenza, redatta da giudice Aldo Carosi. Nel mirino l'articolo 45 del nuovo codice della strada nella parte in cui non prevede che tutte le apparecchiature per l'accertamento dei limiti di velocità, come gli autovelox, appunto, siano sottoposte a verifiche periodiche di funzionalità e di taratura. E secondo la Corte, così com'è questa norma non va: non risponde ai requisiti di ragionevolezza. Perchè «i fenomeni di obsolescenza e deterioramento - si legge nella sentenza - possono pregiudicare non solo l'affidabilità delle apparecchiature, ma anche la fede pubblica che si ripone in un settore di significativa rilevanza sociale, quale quello della sicurezza stradale». «Appare evidente - aggiunge la Corte - che qualsiasi strumento di misura, specie se elettronico, è soggetto a variazioni delle sue caratteristiche e quindi a variazioni dei valori misurati dovute ad invecchiamento delle proprie componenti e ad eventi quali urti, vibrazioni, shock meccanici e termici, variazioni della tensione di alimentazione». Quindi «l'esonero da verifiche periodiche, o successive ad eventi di manutenzione, appare intrinsecamente irragionevole». Una decisione che secondo Adusbef e Federconsumatori «ristabilisce la legalità violata da enti locali adusi ad appaltare a terzi gli agguati con autovelox ed altri strumenti di rilevazione della velocità, in cambio di una percentuale sugli incassi». Enti locali che, sempre per i consumatori, si sono comportati spesso come nel far west. E ora, sostengono Elio Lannutti di Adusbef e Rosario Trefiletti di Federconsumatori, «si apre la strada ai risarcimenti per milioni di multe recapitate con strumenti tecnici di dubbia funzionalità».