PALERMO. È cominciato l'interrogatorio del presidente della Regione Rosario Crocetta sentito dal procuratore aggiunto di Palermo Dino Petralia nell'ambito dell'inchiesta, per abuso d'ufficio, su presunte irregolarità nelle assunzioni fatte nella partecipata regionale Sicilia e Servizi. L'interrogatorio si tiene in una caserma della Finanza, in via Crispi, per evitare la presenza dei giornalisti. Crocetta è indagato insieme all'ex pm Antonio Ingroia, amministratore unico della società, all'ex ragioniere generale della Regione, Mariano Pisciotta, e sei assessori della prima Giunta. Intanto, a Palazzo d'Orleans riunione tra la Regione e l'ex socio privato di Sicilia e-servizi, che ieri per 16 ore aveva spento i flussi informatici mandando in tilt diversi servizi pubblici sostenendo il mancato rispetto degli accordi da parte dell'amministrazione su alcuni pagamenti. Il server, che si trova in Valle d'Aosta, era stato riattivato dopo la nota della Regione sulla convocazione di un incontro urgente, questo pomeriggio, per trovare una soluzione. L'ex socio privato Engineering, uscito dal capitale sociale di Sicilia e-Servizi che ora è interamente controllata dalla Regione, da tempo rivendica un credito per circa 100 milioni di euro nei confronti dell'amministrazione regionale. Il governatore ha risposto alle domande del magistrato. "Ho chiarito la vicenda spiegando che non ho commesso alcun reato - ha detto al termine dell'interrogatorio -. Il reato sarebbe stato commesso solo se si fosse prorogato l'affidamento alla società senza gara pubblica o se si fosse interrotto il pubblico servizio, cosa che sarebbe accaduta se non avessimo assunto quel personale, unico ad avere competenza a gestire i flussi informatici". "L'ex socio privato - ha spiegato - in cinque anni non ha mai formato, come da accordi, i dipendenti della Regione, quindi non esisteva altro personale qualificato". "Comunque - ha proseguito - la delibera di Giunta era pienamente rispettosa del parere dell'Avvocatura dello Stato che è un soggetto terzo". "Rispetto il lavoro dei magistrati - ha concluso - ma questa è una vicenda pirandelliana. Chi ha sprecato denaro pubblico non viene toccato dall'inchiesta. Mentre io che ho agito nell'interesse del servizio pubblico, facendo risparmiare denaro, sono coinvolto nell'indagine". L'inchiesta fu inizialmente iscritta a carico di ignoti e, a luglio scorso, la Procura di Palermo decise di chiederne l'archiviazione. A febbraio, però, il gip, bocciando la scelta dei pm, ha ordinato all'ufficio inquirente di iscrivere nel registro degli indagati tutti i personaggi indicati nel rapporto della Finanza che aveva indagato sulle presunte irregolarità nelle assunzioni. Nell'informativa delle Fiamme Gialle si facevano, appunto, i nomi di Ingroia, Crocetta, Pisciotta e degli assessori Antonino Bartolotta, Ester Bonafede, Dario Cartabellotta, Nelli Scilabra, Michela Stancheris e Patrizia Valenti, componenti della Giunta che diede il via libera alle assunzioni. Il cuore dell'indagine ruota attorno ad una legge che disponeva il blocco delle assunzioni e che sarebbe, dunque, stata violata. Sulla vicenda è in corso anche un procedimento contabile.