Poi non bisogna nemmeno tanto scandalizzarsi se a livello internazionale il grado di affidabilità dell’Italia è considerato molto basso. Quanti ci vogliono bene dicono che i nostri governanti sono troppo intrisi della cultura di Machiavelli (che gran complimento). Gli altri, probabilmente la maggior parte, invece fanno riferimento alle maschere della commedia dell’arte: Pulcinella, se volete, oppure Arlecchino e i suoi due padroni. Quanto sta accadendo con il dramma dell’emigrazione clandestina ripete questo cliché.
Mentre Matteo Renzi al G7 in Germania cerca di coinvolgere i partner in una politica comune dell' accoglienza, all'interno si moltiplicano le voci dissonanti. Un coro indecente che corre trasversalmente ai partiti visto che il primo alt era venuto dalla Valle d' Aosta da poco passata al Pd. Ma certo il contributo più forte alla confusione arriva dalle regioni governate dalla Lega. Ha cominciato Luca Zaia in Veneto e immediatamente lo ha seguito Roberto Maroni in Lombardia minacciando anche di coinvolgere le istituzioni.
Annuncia che invierà una lettera di diffida ai prefetti e taglierà i fondi ai Comuni che non rispetteranno il divieto di ospitalità. Una scelta davvero inconcepibile per un uomo politico che, essendo stato ministro degli Interni, conosce bene gli obblighi dello Stato. Ora si è aggiunto Giovanni Toti, eletto presidente della Liguria più perde merito degli altri che per merito proprio: clamorosa la gaffe su Novi Ligure e sul fatto che, a dispetto del nome, si trova in Piemonte.
Tanto disordine è frutto della sciagurata riforma della Costituzione che ha ampliato le competenze delle Regioni. Non a caso ora il Presidente si chiama Governatore. Un errore voluto dalla sinistra quindici anni fa nel tentativo, inutile, di inseguire la Lega. Ora un altro governo di sinistra ha annunciato di voler porre rimedio. Nel frattempo su queste amministrazioni è caduta una valanga di discredito per l'inefficienza e la corruttela. Una frantumazione dello Stato che toglie potere negoziale a Renzi, già azzoppato da Mafia Capitale, che si arricchita proprio sull' emergenza umanitaria. In questa frantumazione Forza Italia sta perdendo la sua anima. Era nata, vent' anni fa, come forza aggregante della Lega a Nord e di An ancora a trazione meridionale. Ora sta diventando una componente gregaria che cammina al traino degli slogan di Matteo Salvini. Sta perdendo quindi la sua capacità di leggere le necessità dei moderati per cavalcare l' estremismo. Una scelta che certamente non piace ai ceti moderati che aspettano una leadership credibile per tornare maggioranza nel Paese.
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