I miliziani dell’Isis potrebbero anche nascondersi nei barconi che arrivano in Sicilia. E l’Italia, accogliendo tutti i tipi di migranti, rischia di finire fuori dall’accordo di Schengen. Lo sostiene il politologo statunitense, di origine rumena, Edward Luttwak, che visse alcuni anni della sua infanzia a Palermo, è sulla breccia dai tempi di Reagan e in prima fila da anni sui temi più scottanti della politica estera americana. Professore, secondo lei ci sono rischi reali? «Credo proprio — dice l’esperto di politica internazionale, 72 anni, a Messina per una breve vacanza — che rischiamo grosso. Occorre fare una premessa. Lo stato islamico ha come nemici gli sciiti e quindi l’Iran. Sciiti e Iran non sono nostri amici e alleati. Bisogna ricordare che le milizie sciite hanno iniziato la loro carriera distruggendo i centri della comunità cristiana. Sino a quando i miliziani dell’Isis restano dalle loro parti e non sbarcano in Europa, il problema non è nostro, di noi occidentali. Non è vostro, di voi europei. Non vi può toccare. Ma quando arrivano qui i barconi con i migranti diventa un problema di polizia. Il governo italiano si è preso una grossa responsabilità. Si è assunto la responsabilità di fare entrare immigrati clandestini non classificati. Ha mischiato i perseguitati politici e i perseguitati religiosi, che hanno diritto d’asilo, con i profughi economici che non hanno alcun diritto». Lei quindi non farebbe entrare tutti i migranti? «No. E la cosa più grave è che non ci sono veri controlli. Non c’è alcuna verifica seria. Loro vengono, sbarcano, si mettono a passeggiare per le strade siciliane, di Catania come di Messina. Potrebbero essere veri perseguitati, come pure potrebbero essere criminali. La verità è che non c’è alcuna verifica...». Hanno dunque un fondamento i timori da più parti manifestati? «Bisogna avere paura del fatto che le autorità italiane stiano violando le leggi internazionali nel nome di questa compassione cattolica. Il papa, qualche mese fa, è andato a Lampedusa e ha invitato tutti a venire in Europa. Ha promesso asilo in queste terre. Ma non li ha invitati a Città del Vaticano, bensì in Europa, sbarcando in Italia. Ha vinto l’egemonia della chiesa cattolica sulla politica italiana. Nessuno dei politici italiani e dei ministri ha capito la gravità della situazione. Arrivando in Italia, e quindi in Europa, senza differenziazioni, i migranti violano le leggi vigenti. Questa cosa non sarà accettata. Non sarà accettata dagli Stati Uniti, dall’Australia, dalla Germania, dall’Inghilterra, dalla Danimarca. Voi italiani rischiate di finire fuori da Schengen. Sa come finirà? Finirà che quando vi presenterete negli altri Paesi europei dovrete mostrare il passaporto. Occorre capire che non si può aprire la porta a tutti». Va fatta una «cernita»? E dove? «La cernita va fatta prima di tutto sul posto da cui i migranti partono». Ma lei pensa, come hanno detto alcuni politici, che occorra far saltare in aria i barconi? «I barconi sono lo strumento criminale con cui si commette questo scambio clandestino. E allora vanno interdetti. Vanno attaccati. Bisogna assolutamente eliminarli. Certo, senza le persone a bordo. Senza rischiare le vite umane. Ma vanno distrutti». E se questo non fosse possibile? «È semplice. Quando questi profughi sbarcano, va fatta una cernita precisa. Se uno viene dall’Iraq ed è cristiano, è palese che sia un perseguitato politico. Ma se viene dal Senegal o da altri Paesi dell’Africa occidentale, dove la persecuzione religiosa o quella politica non esiste, non va accolto. Se viene da Paesi dove non c’è guerra va tenuto per alcune ore e poi rimandato subito nel Paese di provenienza. Se non fai questo non si tratta di carità cristiana, violi accordi e leggi. Per differenziare su un molo non ci vuole uno Sherlock Holmes. Ci vuole solo la volontà di farlo». C’è un immediato pericolo attentati? «C’è anche un pericolo di attentati. Ma non è la preoccupazione immediata, né è il primo problema. Il primo problema è che arrivano mille migranti al giorno senza alcun controllo. Tra di loro ci sono coloro che hanno diritto d’asilo. Ma ci possono essere anche criminali. E, perché no, anche i terroristi. E qui in Europa diventa una catastrofe». Ma ci sono anche interessi economici a lasciare le cose come stanno? «Non credo. In Italia c’è solo una questione di egemonia della Chiesa. La politica italiana doveva reagire diversamente. E capire che così si sarebbero palesemente violate le regole internazionali».