PALERMO. Pietro Virga, coinvolto nell’operazione Caronte a seguito delle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Giacomo Greco - dal mese di novembre 2014 si trovava presso il carcere Pagliarelli di Palermo perché indagato del reato di intestazione fittizia, aggravato dal metodo mafioso, della società dei trasporti Savise, riconducibile – secondo quanto asserito dal ex componente della famiglia mafiosa di Belmonte Mezzagno - per il 50% ai Pastoia e per l’altro 50% ad Enzo Ercolano. La difesa del noto imprenditore Virga, leader nelle distribuzioni merci, composta dagli avvocati Antonio Terranova e Ignazio Cammalleri, entrambi del foro di Palermo, dopo aver prodotto copiosa attività d’indagine difensiva, depositavano un’istanza al gip, Gaetana Barnabò Distefano, volta all’ottenimento della modifica della custodia cautelare carceraria, che veniva rigettata a seguito dell’acquisizione del parere negativo espresso dai titolari d’indagine Fanara e Santanocito. Avverso l’ordinanza di rigetto i difensori adivano il Tribunale della libertà di Catania il quale ha accolto la tesi prospettata dalla difesa in ordine alla compatibilità degli arresti domiciliari con le residue esigenze cautelari. Per tali motivi l’imprenditore Virga nelle prossime ore verrà scarcerato dimorando presso la propria abitazione ove sconterà la misura cautelare meno afflittiva in attesa della fissazione dell’udienza preliminare.