ROMA. Da domani sarà più facile, o almeno più veloce, dirsi addio. Entreranno infatti in vigore domani, martedì 26 maggio, le nuove regole sul divorzio breve, in applicazione alla riforma approvata dal Parlamento lo scorso 22 aprile e poi pubblicata in Gazzetta ufficiale il 6 maggio.
Alle nuove procedure, inoltre, possono fare ricorso anche chi ha una causa di divorzio già in corso. Secondo una prima stima sarebbero circa 200 mila i procedimenti pendenti che potrebbero dunque approfittare di regole più veloci.
ECCO COSA PREVEDE LA NUOVA LEGGE. Sei mesi per dirsi addio. Al massimo un anno, se si decide di ricorrere al giudice. Il via libera al divorzio breve, rappresenta una vera e propria svolta per l'Italia visto che va a modificare una norma di oltre 40 anni fa.
Non saranno più necessari gli attuali tre anni di attesa, innanzitutto, indipendentemente dalla presenza o meno di figli; restano i due gradi di giudizio.
Il termine decorre dalla comparsa dei coniugi davanti al presidente del tribunale. Novità temporale anche per la divisione dei beni: la comunione dei beni si scioglie quando il giudice autorizza i coniugi a vivere separati o al momento di sottoscrivere la separazione consensuale. L'ordinanza con la quale sempre i coniugi sono autorizzati a vivere separati è comunicata all'ufficiale di stato civile ai fini dell'annotazione dello scioglimento della comunione.
C'è poi l'applicazione immediata: il 'divorzio breve' sarà operativo anche per i procedimenti in corso. Dal provvedimento, durante la discussione al Senato, è stata stralciata la norma che prevedeva il divorzio immediato, cioè senza separazione.
Una norma che avrebbe "rallentato" il percorso visto che sul tema si sono registrate posizioni politiche contrastanti che avrebbero spaccato la maggioranza. Da qui la scelta di affrontare la discussione con un percorso autonomo e di garantire tempi brevi all'approvazione definitiva che domani potrebbe diventare realtà.
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