Venerdì 20 Dicembre 2024

Sabelli all'Ucciardone: "La mafia si può sconfiggere"

PALERMO. «Siamo qui per ricordare il significato dell'opera di Falcone e Borsellino. La loro storia ci riporta al principio dell'impegno e della fiducia nel fattoche la mafia si può sconfiggere. Quello che hanno fatto ci ha indicato il percorso». Lo ha detto il presidente dell'Anm, Rodolfo Sabelli, arrivato al carcere Ucciardone di Palermo per le celebrazioni della strage di Capaci. «Il problema della corruzione sta nell'individuazione della notizia di reato, dell'acquisizione della prova. Sono state aumentate le pene, noi eravamo stati un po' freddi all'inizio rispetto a questa cosa, perchè osservavamo che aumentare le pene senza uno sconto di pena per i collaboratori sarebbe stato controproducente». A dirlo il presidente dell'Anm Rodolfo Sabelli, a Palermo, arrivando all'aula bunker dove si terrà il momento principale delle manifestazioni per il 23esimo anniversario della strage di Capaci, dove persero la vita il giusice Giovanni Falcone,la moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta, commentando con i giornalisti la legge anticorruzione. «Oggi la norma approvata - ha aggiunto - invece presenta uno sconto di pena consistente, il problema sono gli strumenti investigativi. La corruzione è legata alla criminalità organizzata è un'emergenza e vanno utilizzati gli strumenti per le altre emergenze, ovvero strumenti penetranti che rompano il patto tra corrotto e corruttore. Non è solo con un aumento delle pene che si risolvono i problemi. Il problema - ha concluso Sabelli - è l'efficacia del processo. Chi delinque lo fa secondo un calcolo di probabilità di non essere scoperto». «Noi come Anm non interveniamo su queste vicende ma penso che non bisogna attribuire troppa enfasi e significato in termine di conflitto e contrasto a queste cose». A dirlo il presidente dell'Anm, Rodolfo Sabelli, a Palermo, arrivando all'aula bunker dove si terrà il momento principale delle manifestazioni per il 23esimo anniversario della strage di Capaci dove persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglieFrancesca Morvillo e i tre agenti della scorta, a proposito della sentenza del Tar del Lazio che ha bocciato la nomina del procuratore Francesco Lo Voi alla guida della procura di Palermo ed il ricorso del sostituto procuratore Nino Di Matteo alla Dna di Roma per la nomina alla Procura Nazionale antimafia.

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