ROMA. A due settimane dall'ecatombe al largo della Libia con oltre 750 migranti finiti in fondo al mare, il canale di Sicilia è ancora una volta la tomba dei disperati che tentano di raggiungere l'Europa: dieci sono i corpi recuperati dai mezzi di soccorso che nelle ultime 48 ore hanno intercettato decine di barconi e gommoni, salvando oltre 5.800 migranti.
Un numero enorme che è lì a ribadire, per l'ennesima volta, come sia necessario e non rinviabile un serio impegno della comunità internazionale per fermare il traffico di esseri umani. Impegno che, secondo il commissario Ue all'immigrazione Dimitris Avramopoulos, è già in atto visto che l'azione congiunta di Triton, con la presenza di un pattugliatore della marina francese nel canale di Sicilia, ha contribuito «a soccorrere i migranti e salvare molte vite. È un primo segnale che l'aumento di solidarietà e cooperazione nel Mediterraneo comincia a dare risultati tangibili». Ma tutto ciò non basta. «Dobbiamo recuperare - dice il premier Matteo Renzi - una dimensione più umana di fronte ad una Europa che ci racconta tutto su come dobbiamo fare il patto di stabilità e non si è resa conto fino ad una-due settimane fa che il Mediterraneo è l'anima di questo continente e che siamo di fronte alla più grande emigrazione di popoli del mare». Ecco perchè l'Italia deve andare in Europa «a ragionare del fatto che se una donna muore, chiusa a chiave nella stiva di una nave e incinta, un continente serio, dotato di umanità e di anima, prende l'impegno di andare a risolvere alla radice il problema di questi scafisti e schiavisti di morte». Discorsi che interessano poco chi sta in mezzo al mare, gli uomini e le donne della Guardia Costiera, della Marina Militare, della Guardia di Finanza e del Corpo italiano di soccorso dell' ordine di Malta che da ieri stanno lavorando senza sosta, ma anche gli equipaggi dei mercantili e dei rimorchiatori che vengono dirottati per salvare vite. È toccato proprio a loro, oggi, raccogliere i cadaveri dei migranti. I primi tre morti li ha recuperati il mercantile 'Prince 1', battente bandiera di Panama: i migranti, probabilmente uccisi dagli stenti della traversata, erano a bordo di un gommone con 105 persone soccorso 45 miglia a nord est di Tripoli. Il mercantile, che ha raccolto anche altre 107 persone che viaggiavano su un altro gommone arriverà martedì a Taranto, per scaricare i vivi e i morti.
Altri 4 cadaveri erano a bordo di un gommone con 73 migranti, soccorso dal mercantile Zeran a 35 miglia a nord est di Tripoli.Sull'imbarcazione c'erano anche altri due migranti, le cui condizioni sono gravissime. Tre uomini, invece, sono morti quando la salvezza era ad un passo: si sono lanciati in acqua dal gommone su cui stavano viaggiando nel tentativo di raggiungere il 'Med ottò, un rimorchiatore che si stava avvicinando per i soccorsi. Il gommone, con 80 persone a bordo, è stato intercettato a 35 miglia a nord di Zhuwara. Quando hanno visto i soccorsi, i 3 migranti si sono buttati in acqua ma non ce l'hanno fatta: l'equipaggio non ha potuto far altro che assistere alla scena e recuperare i loro cadaveri. Al momento, dopo i 17 interventi di ieri che hanno consentito di salvare 3.700 persone, i mezzi di soccorso hanno intercettato 8 gommoni e 5 barconi, con a bordo complessivamente poco più di 2.150 persone. Di questi, oltre ai 370 circa a bordo dei mercantili, oltre 750 si trovano sulle navi della Marina Militare Foscari, Bettica e Borsini, 325, tra cui un migrante con una ferita alla testa, su due motovedette dalla Guardia Costiera che stanno facendo rotta verso Lampedusa, 330 sul pattugliatore della Guardia di Finanza Monte Cimone che li ha soccorsi 40 miglia a nord di Zhuwara, 367 sul Moas, un mezzo battente bandiera maltese finanziato da privati e impegnato nel soccorso ai migranti. E c'è anche chi è arrivato da solo a Lampedusa: una barca con una quarantina di persone a bordo è stata intercettata dalla Guardia di Finanza all'imboccatura del porto dell'isola. GLi uomini delle Fiamme Gialle hanno individuato 3 scafisti, che sono stati posti in stato di fermo.
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