Giovedì 19 Dicembre 2024

Concerto del primo maggio, niente bacio gay sul palco: è polemica

ROMA. Non c'è primo maggio che si rispetti a San Giovanni senza il fuori programma o la polemica dell'ultimo minuto. Stavolta i protagonisti sono stati i ragazzi de Lo Stato Sociale. I cinque bolognesi, voluti in prima serata dagli organizzatori, avrebbero voluto portare sul palco insieme a loro sei coppie: due eterosessuali, due gay e due lesbiche per un lungo bacio durante l'esibizione, a sostegno dei diritti civili. Niente da fare. L'unico bacio che sì è visto è stato quello tra due dei componenti del gruppo. Quello che ne vien fuori è una comunicazione che ha avuto qualche lacuna da entrambe le parti. "Ci era stato comunicato solo due giorni fa che ci sarebbe stata una coreografia. Ma non sapevamo più di questo. Quando gli autori ne hanno parlato con il manager della band hanno deciso di non mandarla in onda senza averla provata", dice Massimo Bonelli di ICompany. Si è anche valutata, evidentemente, l'opportunità di far vedere in televisione un bacio di un minuto in fascia protetta. "Non c'era nulla da provare - spiega invece il manager de Lo Stato Sociale -. Per il problema della fascia protetta, avevamo accettato già di cambiare il brano "Mi sono rotto il cazzo", senza grossi problemi, ma non pensavamo di fare polemica e avere problemi con un bacio di un minuto". "Ci dispiace solo per i 12 ragazzi che avevamo chiamato e che erano venuti qui per noi", dice la band. La Rai: "Non coinvolti in questa decisione" - "In merito a quanto afferma il presidente dell'Arcigay, Flavio Romani, su un presunto divieto da parte della Rai di far salire sul palco del Concerto del Primo Maggio alcune coppie omosessuali che si sarebbero dovute baciare durante l'esibizione del gruppo Lo Stato sociale, l'azienda precisa di non aver saputo nulla della questione e di non essere stata coinvolta in alcuna decisione in proposito da parte degli organizzatori dell'evento". Lo comunica la Rai in una nota, in relazione alle polemiche scatenate dalla presunta censura subita da Lo Stato Sociale.

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