Oltre 31 mila migranti in questi primi mesi dell' anno hanno cercato di lasciare Nord Africa e Medio Oriente per raggiungere l'Europa, 1.650 sono morti in questo tentativo. Nelle nostre coste sono sbarcati 23 mila 556 uomini, donne e bambini: il 30 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2014. «Questo è l' esodo di un popolo senza patria», commenta Domenico Quirico, l' inviato del quotidiano «La Stampa» appena ripartito da Catania dove ha seguito l' approdo dei pochi superstiti del barcone che nella notte tra sabato e domenica era naufragato nel Mediterraneo con il suo disperato carico di esseri umani. I più recenti numeri sull'emigrazione clandestina lasciano poco spazio alle congetture. Le più inquietanti previsioni del recente passato sono già realtà? «Se è vero, e non ho motivo di dubitarne, che un milione di persone sono dall'altra parte del mare in attesa di partire per il nostro Continente, non si può più parlare soltanto di profughi o fuggiaschi. Piuttosto, bisogna dire che parti intere del mondo si stanno spopolando a causa di miseria, sfruttamento e malattie, guerre, fanatismo e odi etnici. Almeno rispetto a questo tempo, siamo dinanzi aun fenomeno che è del tutto nuovo per dimensioni e come tale va discusso, affrontato. È un fenomeno che impone ben altre forme di sensibilità. E sottolinerei la parola: sensibilità». Il Consiglio europeo promette misure straordinarie contro le bande nordafricane che gestiscono il «racket dei barconi». C' è da fidarsi? «Sono amaramente scettico su ciò che viene definito "Europa". Io non mi preoccupo di banche, finanze, soldi. Sono più interessato alle persone. L'Europa è totalmente inesistente dal punto di vista delle scelte politiche e direi anche etiche. Come possiamo adesso aspettarci risultati dalla stessa classe dirigente che dal 2011 a oggi non ha prodotto nulla, se non una quantità gigantesca di chiacchiere auto rassicuranti? Il fenomeno della migrazione, nei termini attuali di necessità e urgenza, è iniziato nel 2011. Loro, però, agitano le braccia nel vuoto e pronunciano parole senza senso!». Si ipotizzano incursioni in Libia per distruggere gli scafi. Stesso scenario dell' Albania negli anni Novanta, ola situazione adesso è ben diversa e maledettamente più complicata? «La comparazione fra l' Albania e la Libia è impossibile, ancor di più tenendo in considerazione quello che esiste attorno alla Libia. Il grand' angolo dovrebbe essere più ampio. Ho l' impressione che qualcuno non abbia messo piede in quel groviglio di bande, fanatismi e rivalità tribali. È un serpentario, in cui i serpenti vanno dove gli pare. Dovrebbe, quindi, documentarsi meglio chi pensa che la comparsa di qualche cannoniera all' orizzonte possa riportare miracolosamente la pace in quel Paese». Nel «Paese del Caos», la pace sembra lontana. La comunità internazionale può ancora puntare sulla soluzione politica, osiamo già alle prove generali dell' intervento militare multinazionale? «Mi pare che abbiano ormai deciso. Ci si avvia verso una qualche forma di intervento militare in Libia e vedremo come andrà a finire. La missione diplomatica, intanto, è fallita ormai da tempo perchè risulta quasi impossibile andare a cercare tutti i fili di quel groviglio e tentare di metterli assieme, uno accanto all'altro». Per i terroristi facile insinuarsi nel dolore di milioni di uomini, donne, bambini. Si avvicina quello che, nel suo ultimo libro, lei ha definito «Il Grande Califfato»? «Lo Stato Islamico integrale esiste e, purtroppo, amministra già la vita di milioni di persone. Basta solo collegare i vari pezzi. Se andate dall' Afghanistan al nord della Nigeria, dalla Siria alla Somalia, al Sahel, troverete che le bandiere nere sono lì non per fare ogni tanto qualche raid, ma per gestire interi territori. Ecco, allora, qual è il vero problema che propone l' esodo dei migranti ...». Qual è? «Il Califfato ha mostrato di essere molto abile a manipolare le anime. Immaginatevi cosa potrebbe accadere, quindi, se l'Isis con i suoi "ingegneri delle anime" riuscisse per un certo tempo a controllare centinaia di migliaia di persone ormai senza passato, nè futuro. Potrebbe trasformarli in qualcos'altro. Non parliamo del fanatico che mette la bomba nei tombini di Catanzaro, ma di intere legioni di combattenti! Questo è il vero politico». Su uno scafo, nei giorni scorsi, 12 cristiani sono stati uccisi da altri migranti. Anche la disperazione si arrende all' odio islamista? «Se questo episodio è vero, certamente sì. Fino a questo momento, ho sempre pensato che i disperati riuscissero a instaurare una sorta di straordinaria comunità. Evidentemente, non è così». L' Italia si appresta a vivere «Expo» e Giubileo. Siamo preparati a gestire in sicurezza due eventi di questa portata? «Bisognerebbe chiederlo al ministro degli Interni. Certo è che, in un mondo di questo genere, la sicurezza assoluta non esiste».