Lunedì 23 Dicembre 2024

Immigrazione, Giusy Nicolini: "L'approccio Ue è sbagliato, Soldi buttati"

LAMPEDUSA. L'approccio di Bruxelles al tema immigrazione «è sbagliato». I soldi che si stanzieranno sono «buttati». Giusy Nicolini, sindaco di Lampedusa che non conta più gli sbarchi di migranti ai quali assiste, boccia senza mezzi termini il progetto non ancora concretizzato dall'Unione, per controllare i flussi migratori. Fermare i trafficanti bombardando i barconi è come «fermare il traffico di droga arrestando i pusher - dice - i  trafficanti di esseri umani troveranno i gommoni, poi andiamo a bucare i gommoni e loro troveranno le zattere. È un approccio sbagliato, non si capisce che è una grande tragedia umanitaria». E quelli impiegati per i piani di intervento di questo tipo, precisa il sindaco, sono «soldi buttati via, come sono stati buttati via quelli dati ai dittatori per tenere buoni i trafficanti per qualche settimana». A Bruxelles, c'è stato un cambio di strategia secondo Nicolini. «Prima la strategia era coprire di silenzio i ventimila morti sotto il mare - afferma - oggi potrebbe diventare quella dell'assuefazione, ci potremmo abituare a contare i morti. Questa è la mia più grande paura, qui a Lampedusa combattiamo contro l'assuefazione». Il sindaco ammette che il naufragio dei 900 migranti è riuscito a far entrare nell'agenda politica europea il tema Mediterraneo. «Siamo però pessimisti per come verrà trattato - aggiunge - . Abbiamo visto le linee caratterizzanti dell'Unione Europea, i toni sono militareschi. Finchè la strategia è 'lasciamoli annegare per negare loro l'ingresso in Europà, il risultato è orribile». Nicolini ce l'ha in mente una strategia, derivante anche dall'esperienza di sindaco di frontiera. «La prima cosa da fare è potenziare il presidio di soccorso in mare - puntualizza - . Se invece del mercantile, sabato notte scorso, in mare ci fosse stata la Guardia Costiera, quel naufragio si sarebbe evitato.  Inoltre vanno presidiati i campi profughi per prevenire »torture, stupri e vendita di organi - aggiunge - perchè succede di tutto in quei luoghi. Vanno attivate le agenzie per la protezione umanitaria nelle ambasciate europee nei paesi di transito e nel frattempo le persone in attesa nei campi profughi vanno tutelate«. Mentre Bruxelles decide, il sindaco non si ferma. Negli uffici del Comune si organizzano incontri interforze, si pianificano interviste. Fuori dal suo ufficio c'è una fila e ad aspettarla, sono soprattutto testate straniere ma c'è anche il tempo per ricevere la visita di un bambino. Si chiama Even, ha due anni. È sbarcato sull'isola con la madre che ha ustioni gravi ed è stata ricoverata a Palermo. È rimasta vittima dell'esplosione di una bombola di gas in Libia, prima ancora di partire per l'Italia. Un ispettore di polizia riaccompagnerà il bambino da lei ma prima di lasciare Lampedusa ha regalato un sorriso al sindaco »dell'isola di frontiera".

leggi l'articolo completo