FIRENZE. Francesco Schettino resta libero. Lo ha stabilito il tribunale del riesame di Firenze. Eppure la procura di Grosseto dal febbraio scorso aveva una carta "segreta", tenuta molto riservata, per incarcerarlo: circa 40 telefonate ricevute da Thailandia, Stati Uniti, India e Grecia proprio nei giorni precedenti la sentenza che lo ha condannato a 16 anni e un mese per il disastro della Costa Concordia. Erano contatti finalizzati a un espatrio rapido e clandestino? Secondo i pm, sì. Per loro si tratta di una concentrazione sospetta di chiamate estere sul telefono, monitorate prima dell'11 febbraio scorso, quando i giudici di Grosseto fecero la sentenza di condanna. Ma, anche, respinsero con un'ordinanza la richiesta di arresto in carcere dei pm. Che temevano la fuga di Schettino. Una circostanza considerata anche per un aspetto già rivelato: la trasmissione de 'Le Ienè in cui un incaricato di Schettino va a trattare un eventuale sua partecipazione, peraltro compensata in denaro, al reality show dell' «Isola dei Famosi», che viene girato in Honduras. Non si concretizzò nulla, ma questo abboccamento - peraltro una finzione de 'Le Iene" - sarebbe stato sintomatico della volontà di Schettino di prepararsi a scappare. Le nuove prove tuttavia non sono bastate. Stamani, infatti, è arrivata alle parti la comunicazione formale che il tribunale del riesame di Firenze ha stabilito che Schettino può restare in libertà. Perchè, ritengono i giudici, non c'è pericolo di fuga. Neanche la 'stangata" presa in primo grado è motivo sufficiente per giustificare un esilio disperato di Schettino quindi, tanto meno, per decidere di bloccarlo in un penitenziario in Italia. I pm grossetani ci hanno provato fino all'ultimo, e anche ora sembrano non voler mollare. Il procuratore capo Maria Navarro ha detto che con i suoi colleghi pm, Alessandro Leopizzi e Stefano Pizza, deciderà se insistere. «Le sentenze non si commentano», ha detto Maria Navarro ma «nei prossimi giorni valuterò coi colleghi se fare ricorso in Cassazione». L'appello dei pm era contro l'ordinanza dei giudici di Grosseto che respinsero la richiesta di custodia cautelare in carcere. L'udienza c'era stata il 25 marzo scorso a Firenze. La decisione del riesame è stata depositata addirittura di sabato pomeriggio, quello della vigilia di Pasqua. Si è appreso oggi, alla riapertura degli uffici: agli atti i pm hanno perfino allegato le dichiarazioni che Francesco Pepe, figlio dell'ormai ex avvocato difensore Domenico Pepe, ha fatto ai carabinieri di Monza riguardo alla presunta volontà di Schettino di andare al reality show, quindi all'estero. Alla luce della decisione del Riesame, comunque, i difensori di Schettino, avvocati Donato Laino e Saverio Senese, possono commentare oggi: «L'appello dei pm aveva punti deboli e gli elementi nuovi erano in realtà estremamente fragili. Oggi abbiamo chiarito un punto. Adesso aspettiamo le motivazioni della condanna di primo grado». Schettino ha atteso la sentenza fra Meta di Sorrento (Napoli), dove ci sono i genitori anziani e la famiglia, e Roma, dove ha una serie di impegni personali tra cui la stesura di un libro in cui racconterà dal suo punto di vista la tragedia della Concordia all'isola del Giglio.