ROMA. La sensazione di avere poco tempo a disposizione. La fatica per i viaggi. Il dispiacere di non poter andare più in pizzeria. Il Papa, a due anni dall'elezione al soglio di Pietro, si 'confessà in un'intervista con la tv messicana Televisa. Un Bergoglio a trecentosessanta gradi che parla della sua vita da Papa, ma anche della Curia, del denaro, del rapporto con le altre confessioni cristiane. Dell'immigrazione e in questo caso lo fa per lodare l'Italia («è stata molto generosa») e soprattutto il sindaco di Lampedusa che sta testimoniando con «gesti eroici».
A colpire sono soprattutto le affermazioni choc sulla durata del suo servizio: «Ho la sensazione che il mio pontificato sarà breve. Quattro o cinque anni. Non lo so, o due, tre. Ben due sono passati da allora. È come un vago sentimento, una sensazione ma potrei sbagliarmi».
Ma se Benedetto XVI con la rinuncia «ha aperto una porta», l'idea di mettere fine ad un pontificato per l'età «non mi piace», dice Francesco. E poi conferma quel suo essere attaccato all'habitat. «Non mi piace viaggiare, è la penitenza più grande». Per questo prima non amava venire in Vaticano, perchè gli piace stare a casa, «una nevrosi, ma le nevrosi vanno trattate bene», scherza.
Ora però sta bene ed è contento di vivere a Santa Marta «perchè c'è gente, la solitudine non l'avrei sopportata. Mangio alla mensa, dove c'è gente, celebro Messa quattro volte a settimana con persone che vengono da fuori. Tutto questo mi piace». Ma confida: «Quanto mi piacerebbe un giorno uscire, senza essere riconosciuto, ed andare a mangiare in pizzeria».
Poi parla dell'immigrazione perchè nelle sue vene scorre «sangue di migrante» e allora non può girare la testa di fronte a chi tribola. E Francesco promuove l'Italia: «È stata molto generosa, dobbiamo dirlo, no?».
«Il sindaco di Lampedusa - dice ancora il Papa - si è giocata tutto, a costo di trasformare l'isola da terra di turismo a terra di ospitalità» e questo suppone che «si fanno meno soldi» e allora sono «gesti eroici». «Sono emozionata e commossa», commenta Giusy Nicolini che l'8 luglio 2013 aveva ricevuto il pontefice nel'isola, al suo primo viaggio pastorale. «È capitato in passato - ha aggiunto - che Papa Francesco mi mandasse i suoi saluti attraverso il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento. 'Saluta Giusy' diceva. 'Giusy chi?' disse la prima volta Montenegro. 'Il sindacò, rispose il Papa».
E poi Bergoglio parla della sua Chiesa, con la curia che è «l'ultima corte d'Europa» e alcuni preti che fanno «omelie disastrose» e che avrebbero invece qualcosa da imparare dai pastori evangelici, la cui cifra è la «cercania», la «vicinanza», parola molto cara al Papa argentino. Ma «se si parte dal cuore le cose possono cambiare». E poi le battute: «Sai come fa un argentino a suicidarsi? - chiede alla intervistatrice -. Sale sul suo ego e poi si butta giù, perchè noi argentini non siamo umili, siamo presuntuosi. Siamo i campioni del mondo, dopo i campioni del San Lorenzo...». E infine racconta come, due anni fa, arrivato per il conclave, aveva preparato tutto per tornare, dal biglietto di ritorno all'omelia per la Messa delle Palme. «Nelle scommesse a Londra penso di essere stato al numero 42 o 46. Un mio conoscente ha scommesso su me, per simpatia, e ha fatto molto bene!».
L'ANNO SANTO STRAORDINARIO. Il Papa ha annunciato un Anno Santo straordinario, dedicato alla misericordia. Avrà inizio l'8 dicembre prossimo, a 50 anni dalla fine del Concilio Vaticano II, con l'apertura della Porta Santa in San Pietro, e si concluderà il 20 novembre 2016. La bolla di indizione sarà pubblica il 12 aprile, domenica della Divina Misericordia.
L'apertura del prossimo Giubileo avverrà nel cinquantesimo anniversario della chiusura del Concilio Ecumenico Vaticano II, nel 1965, e appare chiaro l'intento di papa Francesco di spingere la Chiesa a continuare l'opera iniziata con il Vaticano II. Francesco ha dato l'annuncio della indizione di un Anno Santo Straordinario intitolato alla misericordia durante il rito penitenziale nella basilica di San Pietro, nel giorno in cui si festeggia l'anniversario del secondo anno della sua elezione. La Chiesa cattolica ha iniziato la tradizione dell'Anno Santo con Papa Bonifacio VIII nel 1300. Bonifacio VIII aveva previsto un giubileo ogni secolo. Dal 1475 - per permettere a ogni generazione di vivere almeno un Anno Santo - il giubileo ordinario fu cadenzato con il ritmo dei 25 anni.
Un giubileo straordinario, invece, viene indetto in occasione di un avvenimento di particolare importanza. Gli Anni Santi ordinari celebrati fino ad oggi sono 26. L'ultimo è stato il Giubileo del 2000. La consuetudine di indire giubilei straordinari risale al XVI secolo. Gli ultimi Anni Santi straordinari, del secolo scorso, sono stati quelli del 1933, indetto da Pio XI per il XIX centenario della Redenzione, e quello del 1983, indetto da Giovanni Paolo II per i 1950 anni della Redenzione.
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