CATANIA. Si apre oggi davanti al Giudice monocratico del Tribunale di Catania il processo per diffamazione aggravata a mezzo stampa che vede imputato l'imprenditore nisseno Angelo Vittorioso, 62 anni, per un articolo di stampa contro il presidente dell'Irsap Alfonso Cicero che nel 2010, quando avvennero i fatti, era commissario straordinario dell'Asi di Caltanissetta. Una vicenda giudiziaria analoga al processo per diffamazione a mezzo stampa ai danni di Cicero e di Marco Venturi, ex assessore regionale delle Attività Produttive, ormai giunto alle battute finali che vede alla sbarra l'ex presidente dell'Asi nissena, Umberto Cortese, per 35 anni ininterrottamente alla guida del Consorzio. I due procedimenti nascono dalla denuncia del presidente dell'Irsap Alfonso Cicero oggetto di numerosi attacchi all'indomani del suo insediamento nelle Asi di Caltanissetta, Enna e Agrigento. Vittorioso è sotto processo per un articolo in formato di lettera pubblicato su un quotidiano locale dal titolo: «Nomina all'Asi senza titoli» in cui affermava che la nomina di Cicero sarebbe avvenuta, «senza previa valutazione di titoli e professionalità ma da esclusivi motivi di partito». Cortese, nel processo parallelo risponde di altre diffamazioni a mezzo stampa tra le quali: «Cicero il bugiardo», definendo l'azione del presidente dell'Irsap «opaca e miope», con lo scopo «di screditare ciò che di buono era stato fatto» all'Asi di Caltanissetta. «Ciò che in realtà ho fatto nelle Asi all'indomani del mio insediamento a Caltanissetta, Enna e Agrigento - afferma il presidente Irsap Cicero - è stata una verifica su atti e procedimenti amministrativi che avevano prodotto debiti e disastri, e favorito collusioni sottoponendoli all'autorità giudiziaria, oltre a cacciare via dalle aree industriali lobby affaristiche colluse ed odore di mafia». «Quando nel periodo delle gestioni delle Asi di Agrigento, Caltanissetta ed Enna (2010-2012) ho toccato le carte di sistemi collusi e affari dei colletti bianchi - prosegue Cicero - oltre a ricevere numerose e gravi intimidazioni, ho dovuto difendermi anche dal fuoco di fila di ripetute diffamazioni, denigrazioni e violenti attacchi che sono proseguiti anche dal 2012 ad oggi, da quando sono alla guida dell'Irsap». «Una reazione da parte di un sistema, terrorizzato di dover rispondere delle gravi malefatte che aveva perpetrato nelle Asi e che tentava di scoraggiarmi, delegittimarmi ed isolarmi. Così si spiegano le infinite aggressioni diffamatorie di diversi colletti bianchi nei confronti di una costante e profonda azione di denuncia, condotta a viso aperto contro malaffare e collusioni con Cosa Nostra nelle aree industriali, azione che da allora non ha conosciuto pause», conclude Cicero.