PALERMO. La morte di Nicole potrebbe aprire l’ennesimo fronte di inchiesta che potrebbe rappresentare un nuovo macigno per la sanità siciliana. L’inchiesta è ancora agli inizi. I carabinieri del Nas di Palermo e Catania nel corso di controlli e verifiche hanno constatato che nella disponibilità dei posti di unità di terapia intensiva neonatale (le ormai famose Utin) c’è un prima e un dopo Nicole.
In buona sostanza, prima della morte tragica della bimba catanese era molto difficile per i sanitari del 118 reperire posti di terapia intensiva quando vi era in corso un’emergenza. Proprio come è successo per la piccola di Catania. Dopo la morte della neonata i posti Utin ci sono sempre stati. Un cambiamento netto, che in questi giorni di polemiche, accuse e inchieste a più livelli sta portando anche il Nas a scandagliare tutti i vari aspetti e senza tralasciare nulla. Compresi questi dati che sono saltati agli occhi quando sono iniziate le verifiche.
Come mai facendo il giro degli ospedali i posti per la terapie intensiva erano sempre occupati e adesso invece sono liberi? Per i militari un grande rebus da risolvere. Scartata l’ipotesi che ci possa essere qualche dirottamento in cliniche private e quindi illeciti interessi economici (le cliniche non hanno posti di terapia intensiva, che costano parecchio), l’unica ipotesi al momento al vaglio degli investigatori è che alla luce della verifica della Regione sull’indice di riempimento degli ospedali, a molti sia venuto in mente di mantenere i reparti sempre pieni per scongiurare i tagli richiesti dalla continua necessità di contenere la spesa pubblica. «Come spiegare – dicono gli investigatori - che prima al 118 non risultavano mai posti liberi nelle Utin e adesso invece sì? Lo abbiamo verificato in tutti gli ospedali palermitani. Adesso stiamo facendo lo stesso in quelli catanesi. Sarà difficile stabilire se nelle cullette c’erano in effetti bimbi che avevano bisogno della terapia intensiva – dicono gli investigatori – ma da oggi inizieremo anche queste verifiche. Certo è che da quando è successa la tragedia di Nicole, i posti letto nelle terapie intensive sono di nuovo spuntati e in numeri consistenti».
Qualcosa sui numeri e sulle modalità è apparso strano anche all’assessorato regionale alla Sanità. Lo si è compreso anche da quanto affermato dall’assessore alla Sanità Lucia Borsellino in questi giorni caldissimi. CLICCA QUI PER LEGGERE L'AUDIZIONE IN COMMISSIONE ALL'ARS.
«L’assessore alla Salute – si legge in una nota - ha dato disposizioni alle aziende sanitarie che hanno manifestato indisponibilità di posti letto di Utin nell’ambito del percorso assistenziale della piccola Nicole di valutare la conformità del comportamento tenuto dal personale delle suddette Unità Operative rispetto alle linee guida assessoriali del 2010 che prevedono nei casi di particolare urgenza e necessità in aree critiche, come le Utin l’accoglienza anche in eccesso del paziente in condizioni critiche, invitando le direzioni aziendali ad assumere i provvedimenti sanzionatori nei casi di accertata violazione delle stesse direttive assessoriali».
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