MILANO. L'inchiesta della Procura di Milano su una presunta maxi-frode fiscale da circa un miliardo di euro, che sarebbe stata realizzata attraverso false polizze assicurative all'estero, al momento è a carico di ignoti e sono ipotizzati i reati di frode fiscale, ostacolo all'attività di vigilanza, riciclaggio e abusivismo finanziario. Da quanto si è saputo, per ora è partito il procedimento tributario con gli avvisi di accertamento da parte dell'Agenzia delle Entrate a 351 persone, tra cui l'ex deputato del Pd Francantonio Genovese, per la contestazione delle somme che non sarebbero state dichiarate al fisco. Dal punto di vista penale, invece, l'indagine, coordinata dai pm Gaetano Ruta e Antonio Pastore e dall'aggiunto Francesco Greco, è scattata a metà dicembre con una serie di acquisizioni di documenti e sequestri di carte nella sede milanese di Credit Suisse Italia. Nemmeno la società allo stato è indagata e gli inquirenti stanno valutando la posizione di alcuni funzionari dell'istituto. L'indagine, inoltre, si potrebbe allargare a circa mille clienti per una presunta maxi-evasione da circa 8 miliardi. Anche se per ogni posizione gli inquirenti dovranno verificare se ci siano profili per contestare reati penali e se non sia già scattata la prescrizione. IL LEGALE DI GENOVESE: "SOLDI ALL'ESTERO DAL 1970". «Per quanto è a mia conoscenza, si tratta di somme detenute all'estero sin dai primi anni '70, rispetto alle quali l'onorevole Francantonio Genovese ha già da tempo avviato contatti con l'Agenzia delle Entrate, per chiarire la propria posizione». Lo afferma il legale del parlamentare del Pd, Nino Favazzo, sottolineando che il suo assistito «è nato nel 1968».