PALERMO. I vertici di Confindustria Sicilia, Ance Sicilia, Piccola Industria e Giovani industriali dell'isola, riunitisi ieri a Palermo, si schierano, compatti, al fianco del presidente Antonello Montante, che sarebbe indagato per mafia dalla Procura di Caltanissetta.
«Il paradosso di tutta questa vicenda - dicono gli imprenditori - è che nessuno sa di cosa stiamo parlando. Quella riportata dai giornali non è una vicenda giudiziaria ed è per questo che ribadiamo la piena fiducia nell'operato del nostro presidente».
«Nessuno pensi - aggiungono - di bloccare la squadra aggredendo l'attaccante. Perchè al suo fianco c'è un intero sistema, fatto di imprese sane e di imprenditori onesti, che si muove in un'unica direzione. Un gruppo affiatato che condivide tutto, ansie e strategie, da quando, nel 2005, partendo proprio da Caltanissetta, ci si è resi conto dell'importanza e della convenienza, economica e sociale, di realizzare una seria azione di contrasto di ogni pratica illecita».
«Una rigenerazione - proseguono - frutto di un vero e proprio braccio di ferro, di un accidentato percorso di guerra, irto di trappole e intimidazioni mafiose, come lo hanno definito alti magistrati, che ha portato all'espulsione di alcuni potentissimi colleghi, imprenditori che avevano rivestito ruoli apicali negli organi associativi regionali, non sulla base di semplici sospetti o racconti non riscontrati ma in seguito a provvedimenti giudiziari concreti». Per gli imprenditori «una cosa è certa: sul modello di legalità in cui ciascuno di noi ha messo la faccia, anche nelle aule dei tribunali, non siamo disposti a trattare».
«L'azione portata avanti in questi anni da Montante con tutti noi è un patrimonio che non può essere disperso - concludono - Confindustria continuerà a lavorare, così come ha sempre fatto, al fianco della magistratura e delle forze dell'ordine, perchè riteniamo sia l'unica strada percorribile».
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