LAMPEDUSA. Hanno trascorso la notte a Lampedusa i 76 migranti scampati all’ennesima tragedia nel mare Mediterraneo. Cinque di loro sono stati ricoverati nel poliambulatorio. Gli altri 69 hanno passato la notte al centro accoglienza dell’isola che con questo sbarco inatteso ha riaperto i battenti. Uno di loro è stato trasferito con l’elisoccorso del 118 a Trapani. Stava molto male e rischiava la vita per una grave forma di ipotermia. Le 29 salme si trovano adagiate nel vecchio scalo. Sono state portate a riva dalle motovedette della Capitaneria di Porto. Qui sono state eseguite le prime ispezioni cadaveriche. “Le condizioni in Libia sono drammatiche – spiegano i soccorritori – Se questi migranti hanno sfidato le onde alte sette metri e mare forza otto non appena il maltempo si placa si rischia una nuova invasione”. A curare i migranti i medici dell’Asp 6 coordinati dal medico Pietro Bartolo. «È in corso il dramma. La nostra lotta contro i trafficanti continua in modo costante e coordinato. Deve essere fatto di più»: così su Twitter il commissario Ue all'Immigrazione Dimitris Avramopoulos nel rammaricarsi per la morte dei migranti nel Mediterraneo. «Ogni vita perduta è una di troppo», aggiunge. Una «tragedia lancinante che pesa sulla coscienza dell'intera Europa»: così Avvenire, il quotidiano dei vescovi, definisce la nuova strage di profughi al largo di Lampedusa. Il quotidiano si chiede «che senso abbia limitarsi a pattugliare i confini davanti ad un flusso di disperati che neanche il generale inverno riesce a fermare». «Non possiamo credere - sottolinea ancora Avvenire - che questa nuova tragedia nulla dica alla coscienza d'Europa. La Libia, dove operano trafficanti senza scrupoli, racket legato alle milizie e forse ai jihadisti, non può restare estranea all'agenda di Bruxelles».