PADOVA. Di giorno la divisa da Carabiniere, di notte la violenza, usando come esca la disponibilità ad ospitare turiste straniere che si rivolgevano al sito Coachsurfing per trovare alloggio a Padova. Le vittime venivano drogate e poi abusate: sedici di loro, provenienti da tutto il mondo, ora accusano il militare. Lo rivela L'Espresso in un servizio in uscita nel numero di questa settimana. Dino Maglio, 35 anni, è stato arrestato un anno fa dopo la denuncia di una sedicenne australiana, ospitata assieme alla madre e alla sorella. Ma una volta finito ai domiciliari, l'uomo sarebbe riuscito a far arrivare altre coachsurfer, un'argentina e un'armena. Sempre, stando all'accusa, ripetendo lo stesso copione. A quel punto - riferisce l'Espresso - il militare, che l'Arma ha subito sospeso dal servizio, è stato rinchiuso in cella. Adesso i giornalisti dell'Irpi (Investigative Reporting Project Italy) hanno raccolto le testimonianze di altre 14 vittime, giovani polacche, canadesi, portoghesi, ceche, tedesche, statunitensi e di Hong Kong. Sei di loro hanno presentato una denuncia alla procura di Padova, dove il pm Giorgio Falcone ha aperto un nuovo filone di indagine; le altre hanno accettato di rendere pubblica la loro drammatica esperienza. L'uomo, hanno raccontato, il primo giorno si mostrava gentile, accompagnandole nella visita della città, poi la seconda sera offriva il suo 'vino speciale' riducendole in stato di incoscienza e abusando di loro. Maglio ha sostenuto che si trattava di rapporti consensuali, ma nella perquisizione a casa sua sono state trovate 40 pasticche di un potente sonnifero. Una di queste - ha ammesso, sempre scondo quanto scrive l'Espresso - è stata somministrata alla minorenne australiana poi finita nel suo letto. Sono nove le giovani straniere che compaiono come parti offese nel nuovo fascicolo d'inchiesta aperto dalla procura di Padova nei suoi confronti. L'ipotesi è che l'uomo, subito sospeso dall'Arma, sia uno stupratore 'seriale'. A dare una possibile risposta saranno le indagini affidata dal Pm Giorgio Falcone alla squadra mobile patavina. Intanto Maglio, attualmente detenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, il 17 marzo prossimo comparirà davanti ai giudici con rito abbreviato per rispondere della presunta violenza ad una sedicenne australiana che, con i famigliari, aveva trovato alloggio nell'abitazione del militare, nel quartiere Arcella, attraverso un sito internet, 'Coachsurfing'. Dopo l'arresto per alcune settimane Maglio era stato posto ai domiciliari nella casa dei genitori, nel leccese, ma anche da lì, attraverso un pc, aveva trovato modo di entrare nei suoi profili e continuare la 'ricerca' di nuove ospiti. Un particolare che non era sfuggito agli investigatori e che aveva condotto a un nuovo arresto. Proprio seguendo il filo della strumentazione tecnologica, ma grazie anche al riscontro sul 'campo' con la raccolta di dichiarazioni di vicini o amici, gli investigatori dovranno dare sostanza alle nuove accuse rivolte a Maglio da tre ragazze ceche, che hanno depositato tramite un legale una circostanziata denuncia. Vi sono inoltre le 'testimonianze' di altre sei giovani, di varia nazionalità, raccolte dai giornalisti dell'Irpi (Investigative Reporting Project Italy) e depositate sul tavolo del magistrato. Nei racconti delle presunte vittime si vedono sempre le stesse 'scene': l'uscita con l'ospite per bere qualcosa, il ritorno a casa, un altro bicchiere assieme, un improvviso malessere accompagnato da sonnolenza, e al risveglio la sensazione di essere state abusate. Nel corso di una perquisizione domiciliare erano state trovate pastiglie di sonnifero. L'arco temporale dei presunti stupri è compreso tra gli inizi del 2013 e i primi tre mesi dell'anno scorso. Circostanze che, come si apprende da fonti bene informate, hanno dato sostanza, seppure solo sul piano dell'ipotesi d'accusa, «ai labili indizi di una serialita» che erano emersi fin dalle prime fasi delle indagini«. A pesare sul nuovo arresto ci sarebbe stata anche le dichiarazioni di una ragazza che in stato confusionale si era rivolta alla polizia dopo essere stata ospite di Maglio. Un altro filone d'indagine è in mano dalla procura distrettuale di Venezia e riguarda materiale pedo-pornogrqafico che sarebbe stato trovato nei pc usati dall'ex carabiniere.