CITTÀ DEL VATICANO. «Non esiste la famiglia perfetta, ma non bisogna avere paura dell'imperfezione, della fragilità, nemmeno dei conflitti; bisogna imparare ad affrontarli in maniera costruttiva». Così il Papa nel Messaggio per le Comunicazioni sociali: «Per questo la famiglia in cui, con i propri limiti e peccati, ci si vuole bene, diventa una scuola di perdono». «In un mondo, poi - afferma papa Francesco -, dove così spesso si maledice, si parla male, si semina zizzania, si inquina con le chiacchiere il nostro ambiente umano, la famiglia può essere una scuola di comunicazione come benedizione». E questo, aggiunge, «anche là dove sembra prevalere l'inevitabilità dell'odio e della violenza, quando le famiglie sono separate tra loro da muri di pietra o dai muri non meno impenetrabili del pregiudizio e del risentimento, quando sembrano esserci buone ragioni per dire 'adesso basta'; in realtà, benedire anzichè maledire, visitare anzichè respingere, accogliere anzichè combattere è l'unico modo per spezzare la spirale del male, per testimoniare che il bene è sempre possibile, per educare i figli alla fratellanza». La famiglia è «il primo luogo dove impariamo a comunicare»: «tornare a questo momento originario ci può aiutare sia a rendere la comunicazione più autentica e umana, sia a guardare la famiglia da un nuovo punto di vista». Lo afferma papa Francesco all'inizio del suo Messaggio per la 49/ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali, da lui dedicato - nel contesto dei due Sinodi convocati sulla famiglia - al tema «Comunicare la famiglia: ambiente privilegiato dell'incontro nella gratuità dell'amore».- «Oggi i media più moderni, che soprattutto per i più giovani sono ormai irrinunciabili, possono sia ostacolare che aiutare la comunicazione in famiglia», dice il Papa. «La possono ostacolare - spiega - se diventano un modo di sottrarsi all'ascolto, di isolarsi dalla compresenza fisica, con la saturazione di ogni momento di silenzio e di attesa». «La possono favorire se aiutano a raccontare e condividere», aggiunge invitando a «orientare il nostro rapporto con le tecnologie, invece che farci guidare da esse». «Anche in questo campo, i genitori sono i primi educatori», osserva ancora papa Francesco nel Messaggio per la 49/ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali. «Ma non vanno lasciati soli - aggiunge -; la comunità cristiana è chiamata ad affiancarli perchè sappiano insegnare ai figli a vivere nell'ambiente comunicativo secondo i criteri della dignità della persona umana e del bene comune».