CATANIA. Le regole antimafia per gli appalti pubblici applicate al mondo dell' agricoltura. Lo ha annunciato a Catania, l' assessore regionale Nino Caleca. «Tante le attenzioni, ma non un solo euro dei fondi destinati all' agricoltura, dovrà finire in mano a Cosa nostra o agevolare la corruzione. È un impegno che prendo». È tassativo l' assessore regionale nell' anticipare «mano dura» contro i funzionari pubblici infedeli, dopo l' arresto del catanese Carmelo Moschella, da parte della Guardia di Finanza di Nicosia, accusato di avere intascato una tangente (5.400 euro), da un agricoltore, per facilitare l' iter di un finanziamento. Proprio per questo motivo la conferenza stampa dell' assessore si è svolta all'Ispettorato provinciale Agrario del capoluogo et neo. Nel caso specifico di Carmelo Moschella, l'assessore Nino Caleca ha det to che è stato licenziato con un provvedimento firmato ieri. Che per la prima volta si configura come un licenziamento senza preavviso proprio per la gravità del reato contestato. Non solo nel procedimento giudiziario che seguirà l' assessorato regionale chiederà la costituzione come parte civile. «Insieme a noi- continua- ci saranno le associazioni antiracket. Il percorso iniziato porterà alla legalità. Invito per questo tutti i cittadini che hanno dei sospetti a rivolgersi alla magistratura e a segnalare alla nostra amministrazione eventuali anomalie nell' azione amministrativa degli uffici». «Abusare dei pubblici uffici- dice Nino Caleca - è un fatto decisamente grave perché ruba il futuro di questa isola e delle nuove generazioni. Gli illeciti nella pubblica amministrazione hanno un' incidenza sul Pil. Il mio assessorato spenderà in questi anni 2 milioni e 300 mila euro. Adotterò tutti gli strumenti possibili per tenere fuori il malaffare, farò a campione delle verifiche sulle pratiche, ci sarà la pubblicità, la pubblicazione online delle cifre spese e tenterò di avere un contatto con l' antimafia». Non avranno vita facile, invece, i burocrati che ostacolano lo sviluppo del territorio approfittando della loro posizione per intascare mazzette. «I soldi dice ancora Nino Caleca - devono andare agli agricoltori onesti. Non possiamo stare sotto lo stesso tetto noi del governo regionale e la gente del malaffare. Chi si macchia di questi reati non deve accedere ai pubblici uffici». L'