PALERMO. «Io ho dovuto firmare l’ordinanza che chiudeva le porte di Bellolampo per alcuni Comuni. Me lo imponeva un parere della Provincia di Palermo che vietava di aumentare i rifiuti da conferire nell’impianto palermitano. Ora questo impedimento è stato superato da un altro parere dell’Asp e stiamo già riaprendo la discarica per tutti. Ci sarà ancora qualche disagio, alcuni Comuni potranno scaricare a giorni alterni. Ma il vero problema è che non possiamo più andare avanti di ordinanza in ordinanza. Serve un nuovo piano rifiuti e i poteri commissariali»: Rosario Crocetta segue dall’estero l’evolversi della crisi maturata nel Palermitano e nell’Agrigentino. E in tarda serata annuncia di essere pronto a varare misure che sanzionano il mancato aumento della raccolta differenziata mentre dal punto di vista dell’impiantistica si punterà su almeno due o tre mini-inceneritori. E per una fase transitoria sarà probabilmente necessario anche spedire in altre regioni o all’estero i rifiuti siciliani. Presidente, si è di nuovo scontrato con Orlando. Nel frattempo in due province la gente era costretta a tenere i rifiuti in casa. Non c’era modo di evitare tutto ciò nel periodo natalizio? «La cosa disgustosa è che in passato la Provincia aveva dato parere favorevole all’aumento dei rifiuti a Bellolampo mentre ora si è messa di traverso lamentando la mancanza di alcuni impianti tecnologici di biostabilizzazione. È stato un ignobile gioco burocratico che ha finito col provocare un’altra ondata di rifiuti gettati in strada, come se per le vie della città creano meno danno che nella discarica che si voleva tutelare. Ma per fortuna gli intoppi burocratici sono stati superati». Resta il fatto che in pratica ormai la Sicilia può contare solo su Bellolampo e poco altro. Quanto si può andare avanti così? «Io credo che a metà gennaio riaprirà la discarica di Siculiana. E nel frattempo speriamo anche di poter utilizzare almeno in parte la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea perchè la Tirreno Ambiente ha presentato un piano che permette di accumulare ancora qualche tonnellata prima della definitiva chiusura. Ma so anch’io che queste sono misure tampone. Per il futuro serve ben altro, serve un nuovo piano rifiuti e ci stiamo lavorando». L'INTERVISTA INTEGRALE SUL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA