Traghetto, undici i morti, il procuratore: "A bordo passeggeri clandestini, temiamo altre vittime"
BARI. I numeri parlano di 310 persone salvate, almeno 11 vittime e 178 naufraghi di cui non si conosce la sorte ma che si spera siano a bordo di due mercantili diretti verso la Grecia. È il procuratore di Bari, Giuseppe Volpe, che coordina l'inchiesta sul naufragio del traghetto Norman Atlantic, a fare un primo e provvisorio bilancio della tragedia ipotizzando però che a bordo del relitto devastato domenica scorsa da un incendio al largo dell'Albania ci siano altre vittime. Con la procura di Bari, che ha disposto il sequestro del traghetto che sarà trainato a Brindisi, collaborano anche le procure di Lecce e Brindisi, che si sono attivate dopo l'arrivo nelle due province dei primi naufraghi e anche dei primi corpi delle vittime. A bordo della nave - ha precisato il procuratore - c'erano 499 persone. Tra i naufraghi anche tre clandestini, sbarcati ieri a Bari che presumibilmente erano nascosti nelle stive. Il timore è che a bordo vi fossero altri passeggeri 'fantasma' che potrebbero allungare la lista delle vittime. Il relitto verrà trainato domattina a Brindisi da rimorchiatori della società brindisina Barretta nominati dalla Procura di Bari ausiliari di polizia giudiziaria. «Questa operazione è molto difficile per le condizioni del mare - ha detto il procuratore - e speriamo che abbia successo perchè il mare continua ad essere molto agitato e il vento molto forte». L'operazione avviene con il supporto della nave della Marina militare Durand de la Penne, che ha dato il cambio alla San Giorgio e che ha fatto rientro in serata a Brindisi con a bordo 214 naufraghi, tra cui il comandante Argilio Giacomazzi. In una conferenza stampa convocata presso la Capitaneria di Porto di Bari, Volpe ha precisato che ai fini dell'indagine penale, la quale dovrà accertare le cause del rogo e le misure di sicurezza della Norman Atlantic, «la priorità è recuperare il relitto». Per questo, qualsiasi tentativo di portare la nave altrove - ha detto riferendosi al tentativo fatto da un rimorchiatore albanese - sarà considerato «un reato penalmente perseguibile». Le indagini, che al momento ipotizzano i reati di naufragio colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose a carico del comandante e dell'armatore, sono al momento concentrate sulla verifica delle dichiarazioni dei naufraghi rese agli investigatori. «Abbiamo acquisito anche i telefonini privati che avevano ripreso immagini dell'incendio a bordo della nave naufragata», ha precisato Volpe. Fondamentale sarà anche la testimonianza del comandate Argilio Giacomazzi, che probabilmente sarà ascoltato questa sera stessa dal sostituto procuratore Ettore Cardinali al sua arrivo a Brindisi. Altri elementi arriveranno dalle autopsie sulle salme recuperate, cinque delle quali sono a bordo di nave San Giorgio. Le altre quattro, giunte ieri a Brindisi e Otranto, sono già nell'istituto di medicina legale di Bari: si tratta di due greci, un turco e una donna non ancora identificata sul cui corpo sono stati riscontrati segni di ustioni e bruciature. Le salme a bordo della nave della Marina Militare apparterrebbero ad un sacerdote georgiano e a tre autotrasportatori napoletani.