Lunedì 23 Dicembre 2024

Cuba-Usa: "Contenti per l'avvicinamento dei due popoli"

ROMA. «Oggi siamo tutti contenti, perché abbiamo visto come due popoli, che si erano allontanati da tanti anni, ieri hanno fatto un passo di avvicinamento». Lo ha detto papa Francesco ricevendo un gruppo di 13 nuovi ambasciatori presso la Santa Sede, con riferimento al disgelo tra Stati Uniti e Cuba. «Ecco, questo è stato portato avanti da ambasciatori, dalla diplomazia. È un lavoro nobile il vostro, tanto nobile», ha sottolineato il Pontefice. «Il lavoro dell'ambasciatore - ha osservato - è un lavoro di piccoli passi, di piccole cose, ma che finiscono sempre per fare la pace, avvicinare i cuori dei popoli, seminare fratellanza fra i popoli. E questo è il vostro lavoro, ma con piccole cose, piccoline», ha ulteriormente detto Bergoglio. Il Papa parlava ai nuovi ambasciatori in Vaticano di Mongolia, Bahamas, Dominica, Tanzania, Danimarca, Malaysia, Rwanda, Finlandia, Nuova Zelanda, Mali, Togo, Bangladesh e Qatar. Apprezzamento è stato espresso anche dai vescovi cubani: «Abbiamo appreso le importanti dichiarazioni del presidente di Cuba, Raul Castro, e del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, che segnano una nuova tappa nelle relazioni tra i nostri due paesi. Ringraziamo il Signore, alla vigilia di Natale, in quanto nuovi orizzonti di speranza illuminano la vita del popolo cubano, perchè le buone relazioni senza tensioni tra i popoli così vicini sono il fondamento di un futuro promettente». Sono le parole del comunicato della Conferenza Episcopale di Cuba (Cocc), pervenuto all'Agenzia Fides, dopo l'annuncio della ripresa delle relazioni diplomatiche tra Stati Uniti e Cuba. «Esprimiamo una gratitudine speciale a Papa Francesco - sottolineano i vescovi - che entrambi i Capi di stato hanno riconosciuto come un importante mediatore di un desiderio che ora si avvera. Ci auguriamo che la volontà espressa dai Presidenti contribuisca al benessere materiale e spirituale del nostro popolo. Apprezziamo moltissimo il ritorno dei tre cubani liberati nella loro patria e nelle loro famiglie, così come il gesto umanitario nei confronti del prigioniero americano che ha potuto rincontrarsi con la sua famiglia».

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