Sequestro e confisca per i corrotti e non solo per i mafiosi come avviene ora. La svolta arriva con la proposta di legge appena licenziata dalla Commissione nazionale antimafia e trasmessa al Parlamento con il voto unanime di tutti i gruppi politici, da Forza Italia a Cinquestelle. Ma non solo questo, spiega il professore Costantino Visconti, docente di Diritto penale all’Università di Palermo, «la proposta della Commissione estende il sistema di norme antimafia ai corrotti e prevede misure più snelle per facilitare la prosecuzione dell’attività alle aziende sequestrate». Attualmente dopo il sequestro l’amministratore giudiziario non può più pagare i creditori, ebbene con le nuove norme «potranno pagare i creditori dopo una prima verifica della buona fede, con una semplice autorizzazione del giudice per il pagamento immediato dei così detti creditori strategici, fornitori ed altre figure chiave per l’attività aziendale». Novità anche per la scelta degli amministratori giudiziari, «regole di maggiore trasparenza: la loro scelta dovrà essere adeguatamente motivata dal giudice e l’amministratore dovrà dichiarare quali altri incarichi detiene». E poi l’istituzione di un tribunale unico a livello distrettuale per sequestri e confische. Importante, secondo il professor Visconti «non solo per favorire la specializzazione interdisciplinare di magistrati, ma per evitare le indagini distrettuali che fanno il giro d’Italia dei tribunali inseguendo la sede di residenza del destinatario, per esempio la procura di Milano che va a discutere le misure di prevenzione a Busto Arsizio». ALTRE NOTIZIE NELLE PAGINE DEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA