ROMA. Sono 37 le ordinanze di custodia cautelare nell'inchiesta «Mondo di mezzo» della Procura di Roma, che ha di fatto smantellato una «cupola» tra politica, mafia ed ex pezzi dell'eversione di destra e della criminalità che costituiva una holding di affari sporchi nella capitale. In carcere sono finite 29 persone mentre otto sono state poste ai domiciliari. Gli arrestati sono: l'ex Nar e Banda della Magliana Massimo Carminati, l'ex ad di Ente Eur Riccardo Mancini, l'ex vicecapo di gabinetto del Campidoglio Luca Odevaine, l'ex ad dell'Ama Franco Panzironi, l'ex dirigente del servizio giardini del Comune di Roma Claudio Turella e il dirigente dell'Ama Giovanni Fiscon. E ancora in carcere Riccardo Brugia, Roberto Lacopo, Matteo Calvio, Fabio Gaudenzi, Raffaele Bracci, Cristiano Guarnera, Giuseppe Ietto, Agostino Gaglianone, Salvatore Buzzi, Fabrizio Franco Testa, Carlo Pucci, Sandro Coltellacci, Nadia Cerrito, Claudio Caldarelli, Carlo Maria Guarany, Emanuela Bugitti, Alessandra Garrone, Paolo Di Ninno, Pierina Chiaravalle, Giuseppe Mogliani, Giovanni Lacopo, Claudio Turella, Emilio Gammuto, Giovanni De Carlo. Ai domiciliari sono finiti invece: Patrizia Caracuzzi, Emanuela Salvatori, Sergio Menichelli, Franco Cancelli Marco Placidi, Raniero Lucci, Rossana Calistri, Mario Schina. Perquisizioni sono in corso da questa mattina su ordine della Procura di Roma in diversi uffici di enti locali, tra cui la Regione Lazio. In base a quanto si apprende sarebbero state eseguite anche ordinanze di custodia cautelare su ordine del Gip. L'indagine è coordinata dal procuratore capo Giuseppe Pignatone, dall'aggiunto Michele Prestipino e dai sostituto Paolo Ielo e Giuseppe Cascini e Luca Tescaroli. Perquisizioni sono in corso alla Regione Lazio e in Campidoglio nell'ambito di un'inchiesta su un'organizzazione di stampo mafioso. I carabinieri del Ros stanno acquisendo documenti presso gli uffici della Presidenza dell'Assemblea Capitolina e presso alcune commissioni della Regione Lazio. Tra gli indagati nell'inchiesta della Procura di Roma su una organizzazione di stampo mafioso c'è anche l'ex sindaco della Capitale, Gianni Alemanno. All'ex primo cittadini il gip contesta il reato associazione a delinquere di stampo mafioso. Gli inquirenti hanno proceduto anche alla perquisizione dell'abitazione. Alemanno affida a un comunicato il suo parere sulla vicenda, ritenendosi estraneo ai fatti: «Chi mi conosce sa bene che organizzazioni mafiose e criminali di ogni genere io le ho sempre combattute a viso aperto e senza indulgenza. Dimostrerò la mia totale estraneità». E sono un centinaio in totale gli indagati nell'inchiesta della Procura di Roma sull'intreccio tra mafia, ex esponenti del'eversione nera e del crimine e mondo politico a Roma. L'operazione di oggi, secondo quanto si apprende «è solo un primo step e a breve ci saranno altri sviluppi».