STRASBURGO. "Quale dignità se si è discriminati e senza lavoro?". Ha aperto così il suo discorso Papa Francesco, oggi in visita a Strasburgo al Parlamento europeo. Dopo aver assistito alla cerimonia dell'alzabandiera all'esterno del Parlamento europeo, Papa Francesco è entrato nell'edificio dall'ingresso protocollare. Il pontefice, accompagnato dal presidente Martin Schulz, ha firmato l'albo d'onore degli ospiti illustri. «Quale dignità può mai avere un uomo o una donna fatto oggetto di ogni genere di discriminazione? Quale dignità potrà mai trovare una persona che non ha il cibo o il minimo essenziale per vivere e, peggio ancora, il lavoro che lo unge di dignità?». «Quale dignità esiste - ha aggiunto - quando manca la possibilità di esprimere liberamente il proprio pensiero o di professare senza costrizione la propria fede religiosa? Quale dignità è possibile senza una cornice giuridica chiara, che limiti il dominio della forza e faccia prevalere la legge sulla tirannia del potere?». «È tempo di favorire le politiche di occupazione, ma soprattutto è necessario ridare dignità al lavoro, garantendo anche adeguate condizioni per il suo svolgimento». Lo ha detto papa Francesco al Parlamento Europeo. «Ciò implica, da un lato - ha spiegato -, reperire nuovi modi per coniugare la flessibilità del mercato con le necessità di stabilità e certezza delle prospettive lavorative, indispensabili per lo sviluppo umano dei lavoratori». Bergoglio ha anche affrontato il tema dell'immigrazione: «È necessario affrontare insieme la questione migratoria. Non si può tollerare che il Mar Mediterraneo diventi un grande cimitero!». "Sui barconi che giungono quotidianamente sulle coste europee ci sono uomini e donne che necessitano di accoglienza e di aiuto - ha sottolineato Bergoglio -. L'assenza di un sostegno reciproco all'interno dell'Unione Europea rischia di incentivare soluzioni particolaristiche al problema, che non tengono conto della dignità umana degli immigrati, favorendo il lavoro schiavo e continue tensioni sociali". L'Europa, ha proseguito, "sarà in grado di far fronte alle problematiche connesse all'immigrazione se saprà proporre con chiarezza la propria identità culturale e mettere in atto legislazioni adeguate che sappiano allo stesso tempo tutelare i diritti dei cittadini europei e garantire l'accoglienza dei migranti; se saprà adottare politiche corrette, coraggiose e concrete che aiutino i loro Paesi di origine nello sviluppo socio-politico e nel superamento dei conflitti interni - causa principale di tale fenomeno - invece delle politiche di interesse che aumentano e alimentano tali conflitti". "È necessario - ha aggiunto - agire sulle cause e non solo sugli effetti". Papa Francesco, dopo il suo discorso al Parlamento Europeo ha incontrato il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, quello della Commissione Jean-Claude Juncker e quello di turno del Consiglio dell'Ue, il premier italiano Matteo Renzi. L'incontro si è svolto nel salone protocollare alle spalle dell'emiciclo di Strasburgo. Il presidente del Consiglio ha così commentato il discorso del Papa: "Un intervento profondamente condivisibile: un discorso politico, quando la politica è una cosa seria, con la p maiuscola".