PALERMO. Nel 2013 si sono verificati 11.821 incidenti che hanno causato la morte di 254 persone e il ferimento di altre 17.724. Rispetto al 2012 si registra un aumento del numero di incidenti (+0,3%) e di eventi mortali (+10,9%) mentre i feriti rimangono pressochè invariati, in controtendenza rispetto a quanto rilevato nell'intero Paese. Gli incidenti avvenuti nell'Isola rappresentano il 6,5% del totale nazionale, i deceduti il 7,5%, i feriti il 6,9%. È l'analisi resa nota dall'Istat sugli incidenti stradali in Sicilia. Il maggior numero di incidenti è avvenuto nella provincia di Palermo dove risiede il 25% della popolazione regionale e sono più frequenti gli incidenti con lesioni, mentre il numero maggiore di decessi si registra nella provincia di Catania. Rispetto all'anno precedente la provincia di Trapani presenta il maggior incremento del numero di sinistri (+12,1%) e di persone infortunate (+8,4%) ma una diminuzione della mortalità. Gli eventi mortali nella provincia di Enna, la più piccola della regione, registrano un tasso di incremento particolarmente marcato. L'indice di mortalità (numero di morti sul totale degli incidenti) è pari a 2,2 morti ogni 100 incidenti, valore leggermente superiore a quello medio nazionale. Nel 2013 Enna, avendo registrato il maggior incremento del numero di vittime rispetto all'anno precedente, è la provincia siciliana con i valori più alti degli indici di mortalità e di gravità, seguita da Agrigento. La provincia di Caltanissetta mostra valori più bassi degli indici mentre scende fortemente la mortalità nel trapanese (da 2,6 nel 2012 a 1,9 nel 2013) anche se il numero degli incidenti aumenta. Tra il 2001 e il 2013 gli incidenti stradali con lesioni a persone sono passati da 15.389 a 11.821 (-23,2%); le vittime della strada sono diminuite del 30,4% e i feriti del 23%. In Sicilia l'obiettivo indicato dal Libro Bianco del 2001 (dimezzamento fra l'inizio e la fine del periodo 2001-2010 del numero di morti sulle strade) non è stato ancora raggiunto, anzi si registra un rallentamento del processo evolutivo tra il 2012 e il 2013 (da -37,3% a -30,4 rispetto al 2001). L'Italia nel 2010 si è avvicinata al traguardo (-42%) e lo ha raggiunto nel 2013 (-52,3%). Nel 2013 - dice l'analisi Istat - il maggior numero di incidenti si è verificato sulle strade urbane dove i 9.400 incidenti rilevati (79,5% del totale degli incidenti, inferiore alla media nazionale pari al 75,3%) hanno provocato 103 vittime (41%) e 13.373 feriti (75,5%). Gli incidenti più gravi in Sicilia avvengono sulle strade extraurbane, dove si registra anche la più alta lesività. Il maggior numero di incidenti (6.892 pari al 58,3% del totale) si verifica sulle strade a una carreggiata a doppio senso di marcia dove si registra il valore massimo dell'indice di mortalità (2,8 morti ogni 100 incidenti) mentre sulle strade con due o più carreggiate il numero dei decessi per 100 incidenti è pari a 2,1. Nel 2013, è maggio il mese in cui si è verificato il maggior numero di incidenti (1.133, con una media giornaliera pari a 36,5), novembre quello con il maggior numero di morti (30) e giugno quello con la più elevata frequenza di feriti (1.639). La maggiore concentrazione degli incidenti - analizza l'Istat - si è avuta nel periodo primaverile ed estivo (maggio-luglio), in coincidenza con la maggiore mobilità legata a periodi di vacanza, in cui sono avvenuti 3.322 incidenti (quasi un terzo del totale annuo), 4.901 persone hanno subito lesioni (28% del totale) e 61 sono decedute (24% del totale). Il martedì è il giorno della settimana in cui si concentra il numero più elevato di sinistri stradali. L'indice di mortalità presenta il valore massimo la domenica (2,9 morti ogni 100 incidenti) in cui, pur verificandosi meno incidenti rispetto agli altri giorni della settimana, risultano tuttavia più gravi. Associando le informazioni sul giorno della settimana e la fascia oraria, l'Istat evidenzia l'alta pericolosità del venerdì e del sabato notte in cui si concentra un terzo del totale degli incidenti notturni. Quasi il 70% degli incidenti ha luogo tra le 9 e le 19, ovvero nelle fasce orarie in cui si effettuano gli spostamenti casa-lavoro e casa-scuola e la mobilità di alcune categorie di lavoratori è elevata. Il numero degli incidenti raggiunge un picco alle 14 in corrispondenza dei tragitti scuola-casa e in relazione agli spostamenti di alcune categorie di lavoratori (professionisti, commercianti, ecc.). Mentre gli incidenti nel complesso si concentrano nelle ore diurne, gli incidenti mortali sono prevalenti nelle ore serali e notturne.