PALERMO. Una pioggia di finanziamenti sta arrivando sulla sanità pubblica. Già pronto un decreto che stanzia gli ultimi 143 milioni del maxi mutuo da un miliardo contratto in estate per estinguere i primi debiti di Asp e ospedali. Pronti anche 517 milioni di finanziamenti ordinari in sospeso dalla fine del 2013. Anche se è sul nuovo mutuo da 2 miliardi che si è acceso lo scontro. Quel prestito, già varato in giunta e concordato con lo Stato, faticherà ad essere approvato all’Ars: Pd e Udc lamentano di non essere stati informati mentre Forza Italia e grillini annunciano le barricate: «Non permetteremo che la Regione si indebiti gravando sui siciliani per i prossimi 30 anni». Il nodo è infatti la copertura delle rate da 70 milioni all’anno per restituire il prestito: è previsto l’utilizzo dell’addizionale Irpef e dell’Irap che sono già ai massimi livelli in Italia e che invece dal 2016 dovevano essere ridotte. Anche il renziano Gianfranco Vullo ieri ha di nuovo chiesto che il mutuo «venga finanziato con risparmi di spesa e non gravando sui cittadini. Lucia Borsellino prova però a parare le polemiche: «Non avremmo potuto rinunciare alla stipula di un secondo prestito per pagare i debiti delle aziende sanitarie pubbliche. Lo Stato ci avrebbe commissariato attivandolo autonomamente. E, soprattutto, avremmo perso altri soldi collegati a questo prestito». Il secondo maxi mutuo nasce infatti da una verifica fatta a Roma a luglio: è emerso che col primo miliardo la Sicilia non avrebbe estinto tutti i debiti. Ma la Borsellino rivela anche che c’è un secondo motivo per cui la Regione non può evitare il secondo maxi mutuo: «La Sicilia - spiega l’assessore alla Sanità - è rimasta l’unica Regione a non aver attivato il prestito previsto dal secondo decreto Salva-imprese. E se non lo farà, lo Stato tratterrà un finanziamento da circa 800 milioni che ci è dovuto per l’aver raggiunto standard di efficienza nei livelli essenziali di assistenza». In pratica, ogni anno lo Stato ha trattenuto il 3% del Fondo sanitario in attesa di verificare che le strutture siciliane funzionino. «Ora che siamo in regola - conclude la Borsellino - attendiamo questi soldi. E l’ultimo ostacolo è la stipula del secondo mutuo». La Borsellino rileva che per il resto «i conti della Regione dal punto di vista sanitario sono in ordine da due esercizi consecutivi». La necessità delle aziende sanitarie di ricorrere all’indebitamento nasce invece dai ritardi con cui vengono erogati i finanziamenti ordinari. Non a caso dei due miliardi che la Regione sta per chiedere allo Stato, quasi uno andrà alla banche che svolgono il servizio di tesoreria per Asp e ospedali. In pratica sono anticipazioni di credito che costano ogni anno complessivamente 33,5 milioni di interessi. Anche per limitare il ricorso alle banche venerdì è stato firmato un decreto che stanzia complessivamente 660 milioni: 143 milioni sono in realtà l’ultima tranche del mutuo stipulato in estate per pagare i debiti. Si chiude così la prima fase del cosiddette decreto Salva-imprese: il top, 34 milioni, andrà alla Asp di Palermo, e 18,7 milioni andranno a quella di Messina. Le Asp di Enna e Catania riceveranno poco meno di 8 milioni ciascuna. A quella di Agrigento vanno 12,8 milioni e alla Asp di Siracusa 8,3. Il resto va diviso fra le ultime Asp: 7,4 milioni a quella di Trapani, 5,7 a quella di Ragusa, 4,3 a quella nissena. Al Policlinico di Messina vanno 12 milioni, a quello di Catania 10,4 e a quello di Palermo 2,1. Per quanto riguarda gli ospedali, 4,6 milioni al Garibaldi di Catania, 3,8 al Villa Sofia di Palermo e 3,2 al Civico di Palermo. Il Cannizzaro non riceverà nulla perchè aveva avuto somme in più col primo stanziamento e al Papardo di Messina vanno 53 mila euro. Si tratta di somme con cui Asp e ospedali salderanno gli ultimi debiti certificati l’anno scorso. Tutti gli altri creditori dovranno attendere il secondo mutuo da 2 miliardi, sempre che l’Ars lo approvi. Con lo stesso decreto di venerdì scorso l’assessorato alla Salute ha stanziato 517 milioni e 312 mila euro. Si tratta degli ultimi stanziamenti ordinari del 2013: in pratica tutte le Asp e gli ospedali che attendevano il completamento del budget dell’anno scorso riceveranno adesso le ultime somme.