PALERMO. Ancora quattro giorni, poi anche la discarica di Siculiana sarà satura e verrà chiusa. Bisognerà dunque trovare altre sedi in cui smaltire i rifiuti di un’ottantina di Comuni della Sicilia centro-occidentale fra cui Agrigento. Si apre così un nuovo fronte nell’emergenza scattata dopo la chiusura della maxi discarica di Mazzarrà Sant’Andrea, che già aveva costretto la Regione a emanare un piano d’urgenza sfruttando gli altri impianti rimasti attivi. Uno di questi è proprio la discarica di Siculiana, di proprietà della famiglia Catanzaro. Lì scaricano normalmente i Comuni dell’Agrigentino e del Nisseno ma da qualche mese anche alcuni del Palermitano e del Trapanese che non hanno trovato spazio a Bellolampo. In questo modo nell’impianto agrigentino sono state scaricate mille tonnellate di rifiuti al giorno invece dei 600 previsti normalmente. Inoltre dal 6 novembre la Regione ha disposto di scaricare a Siculiana altre 100 tonnellate al giorno proprio per far fronte alle carenze nate in altre province. E così l’impianto è andato in tilt: «I tecnici del Libero Consorzio di Agrigento e dell’Arpa - ha detto ieri la ditta Catanzaro - hanno verificato la capacità residuale dell’impianto di smaltimento. È emerso che sarà esaurita in 4-5 giorni». I lavori di ampliamento dell’impianto sono in fase avanzata ma non verranno completati in tempo per evitare una nuova emergenza e ieri Catanzaro ha dato comunicazione anche al prefetto di quanto si prospetta nel breve periodo. TUTTE LE NOTIZIE NELLE PAGINE DEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA