ROMA. I Carabinieri dei Nas di Livorno e dell'Arma territoriale stanno eseguendo 18 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari per corruzione nei confronti di 12 pediatri, tra cui due primari, 5 informatori scientifici e un dirigente d'azienda di alimenti per l'infanzia, nonchè 26 decreti di perquisizioni in Toscana, Lombardia, Marche e Liguria. Secondo le indagini, i medici inducevano le mamme a utilizzare latte artificiale di note ditte al posto del latte materno.
Un giro di mazzette per centinaia di migliaia di euro utilizzati per pagare i «regali» ai medici (smartphone, computer, condizionatori, televisori) e viaggi in rinomate mete turistiche (Sharm el Sheik, India, Stati Uniti, Parigi, Londra, Istanbul e Crociere nel Mediterraneo e nord Europa). È quanto scoperto dai carabinieri del Nas di Livorno nell'inchiesta che ha condotto all'arresto di una dozzina di pediatri, di 5 informatori scientifici e di un dirigente d'azienda con l'accusa di corruzione. Secondo le accuse i «regali» servivano perchè i medici inducessero le mamme ad usare latte in polvere anzichè quello materno.
E ci sono anche due primari tra i 12 pediatri raggiunti da ordinanza cautelare ai domiciliari nell'inchiesta per corruzione sull'adozione di latte in polvere per neonati anzichè di quello materno. Secondo gli investigatori del Nas di Livorno per i due primari sarebbe stato più facile convincere le neomamme ad utilizzare latte artificiale anzichè quello materno. Coinvolti nell'inchiesta anche medici pediatri di base, convenzionati con le rispettive Asl.
È stata una segnalazione anonima arrivata ai carabinieri del Nas di Livorno nel giugno dell'anno scorso a far scattare l'indagine che ha scoperto un giro di medici e informatori scientifici corrotti che facevano acquistare latte artificiale alle neomamme per l'allattamento dei figli anche se non ce n'era bisogno. Gli investigatori, coordinati dal pm Giovanni Porpora della procura di Pisa, hanno individuato un'agenzia di viaggi compiacente della città della Torre che effettuava false fatturazioni a pediatri per congressi ai quali non avevano mai partecipato ottenendo invece in cambio altri buoni per soggiorni-vacanza da usufruire personalmente.
Agli arresti domiciliari sono finiti un dirigente di una casa farmaceutica residente a Limbiate (Monza), cinque informatori scientifici (quattro residenti in Toscana e uno in provincia di Ascoli Piceno) e 12 pediatri, per lo più della provincia di Pisa e tra i quali il primario dell'ospedale del Levante ligure di La Spezia e il primario dell'ospedale San Giuseppe di Empoli (Firenze). L'attività investigativa del Nas toscano è giunta ad accertare una consolidata e diffusa pratica corruttiva che alcune note ditte di alimenti per l'infanzia praticavano per indurre numerosi pediatri a prescrivere latte artificiale ai neonati dietro elargizione di tangenti - sottoforma di costosi viaggi e regali di lusso - e aumentarne così le vendite.
Le aziende avevano architettato un complesso sistema per giustificare gli ingenti esborsi di denaro sostenuti per finanziare gli atti corruttivi: gli informatori scientifici dei noti marchi prendevano contatti con i pediatri per «sollecitarli» a prescrivere latte artificiale ai neonati, contravvenendo agli unanimi pareri scientifici sulla necessità di promuovere l'uso del latte materno. Coinvolti i pediatri di base convenzionati con le Asl ma anche i due primari ospedalieri che avevano il compito, secondo quanto accertato dagli inquirenti, di convincere le neo mamme in dimissione a utilizzare latte artificiale per l'alimentazione dei propri bambini.
Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin: «Mi chiedo come possano medici pediatri andare contro l'etica della professione, contro unanimi pareri scientifici e contro le indicazioni del Ministero della Salute per convincere le mamme ad usare latte artificiale in polvere al posto di quello materno. Il tutto per guadagnare regali di lusso e viaggi gratuiti, sulla pelle di bambini appena nati», afferma il ministro Lorenzin, commentando l' operazione dei carabinieri del Nas di Livorno. «Non bastano gli aggettivi per descrivere la gravità di questo genere di azioni - aggiunge il ministro - e ringrazio i Nas di Livorno che, in collaborazione con la Procura di Pisa, hanno eseguito 18 arresti tra cui due primari e 10 pediatri, dopo una lunga indagine che ha avuto il suo epicentro in Toscana».
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