CITTA' DEL VATICANO. L'obiezione di coscienza è una delle "scelte coraggiose e controcorrente" che i medici, a partire da quelli cattolici, debbono operare per salvaguardare la vita. Perché è "sacra" e "inviolabile" e "sempre di qualità". Basta dunque con la "falsa compassione" che giustifica aborto, eutanasia, fecondazione. Parla così il Papa alla platea dei medici cattolici riuniti nell'Aula Paolo VI. E il presidente della loro associazione, l'Amci, il professor Filippo Maria Boscia, fa presente al pontefice quanto sia difficile rispettare le leggi se si vuole salvaguardare sempre la vita. "Il pensiero dominante - ha sottolineato Papa Francesco - propone una 'falsa compassione': quella che ritiene sia un aiuto alla donna favorire l'aborto, un atto di dignità procurare l'eutanasia, una conquista scientifica 'produrre' un figlio considerato come un diritto invece di accoglierlo come dono, usare vite umane come cavie di laboratorio per salvarne presumibilmente altre". E invece la compassione evangelica è quella del 'buon samaritano' che "vede, ha compassione, si avvicina e offre aiuto concreto". I medici a questo si devono ispirare, e per essere fedeli "al Vangelo della vita e al rispetto di essa come dono di Dio" debbono fare "scelte coraggiose e controcorrente che, in particolari circostanze, possono giungere all'obiezione di coscienza". Il Papa poi chiede ai medici di avere particolare attenzione, in un mondo in cui è più facile guarire ma appunto più difficile prendersi cura delle persone, per i più fragili: malati, anziani, bambini, disabili. "Non c'è dubbio che, ai nostri giorni, a motivo dei progressi scientifici e tecnici, sono notevolmente aumentate - ha detto Papa Francesco - le possibilità di guarigione fisica; e tuttavia, per alcuni aspetti sembra diminuire la capacità di 'prendersi cura' della persona, soprattutto quando è sofferente, fragile e indifesa. In effetti, le conquiste della scienza e della medicina possono contribuire al miglioramento della vita umana nella misura in cui non si allontanano - ha sottolineato il Papa - dalla radice etica di tali discipline". Poi, come spesso fa, il Papa ha messo da parte i fogli del discorso scritto per dire a braccio: "State attenti, sperimentare con la vita, giocare con la vita, è un peccato contro Dio Creatore". Questo avviene quando si decide di "fare figli e non di accoglierli come dono". E il Papa allora ha sottolineato che "l'aborto non è un problema religioso, e neanche filosofico. E' un problema scientifico perché c'è una vita umana e non è lecito fare fuori una vita umana per risolvere un problema". E questo concetto non può cambiare con il passare degli anni. "Nel pensiero antico e nel pensiero moderno uccidere significa lo stesso", ha detto il Papa. Stesso discorso vale per l'eutanasia e il Papa ha fatto riferimento a quella "eutanasia nascosta" di cui sono vittime gli anziani. "Significa dire a Dio 'no, la fine della vita la decido io'. E' un peccato - ha ribadito Papa Francesco - contro Dio creatore".