Lunedì 23 Dicembre 2024

Ruby bis, condannati in appello Fede, Mora e Minetti: pene ridotte

MILANO. L'ex direttore del Tg4, Emilio Fede, e l'ex consigliera regionale lombarda, Nicole Minetti, sono stati condannati rispettivamente a 4 anni e 10 mesi e a 3 anni per il caso Ruby. Lo hanno deciso i giudici della Terza sezione della Corte d'appello di Milano.  L'ex agente dei vip Lele Mora è stato condannato a sei anni e un mese. La Corte d'Appello di Milano con la sentenza sul caso Ruby ha ridotto le pene inflitte in primo grado a Lele Mora, Nicole Minetti ed Emilio Fede. L'ex direttore del Tg4, che era stato condannato a 7 anni nel luglio 2013, oggi è stato condannato a 4 anni e 10 mesi, mentre per Nicole Minetti la pena passa da 5 anni a 3 anni. A Mora, invece, condannato in primo grado a 7 anni, è stata inflitta la pena di 6 anni e un mese che comprende però anche la pena in continuazione per la bancarotta della sua società. In particolare, i giudici (presidente del Collegio Arturo Soprano) hanno assolto Fede da parte delle imputazioni, riqualificandone altre a lui contestate. In primo grado, l'ex direttore del Tg4 era già stato assolto dall'accusa di induzione alla prostituzione di Ruby. Oggi in appello è caduta per Fede l'accusa di induzione alla prostituzione delle ragazze maggiorenni "per non aver commesso il fatto". Gli episodi che vedevano coinvolte Sandra Battilana, Chiara Danese e Imane Fadil sono stati riqualificati in tentativo di induzione alla prostituzione, così come quello relativo alla giovane marocchina. Da qui la pena ridotta a quattro anni e dieci mesi. A Nicole Minetti, invece, i giudici hanno riconosciuto le attenuanti generiche, e la condanna a cinque anni per favoreggiamento della prostituzione delle maggiorenni è stata portata a tre anni. Sensibilmente ridotta anche la pena per Mora perché nei sei anni e un mese inflitti dai giudici di secondo grado va compresa anche la pena per la bancarotta della sua società, per cui aveva patteggiato nel 2011. Il sostituto pg Piero De Petris, al termine della requisitoria, nella quale aveva parlato delle serate di Arcore come di un "lupanare", aveva chiesto invece la conferma delle condanne a sette e cinque anni per Fede e Minetti, mentre per Mora aveva chiesto sette anni e tre mesi con la continuazione per il patteggiamento della bancarotta. Le motivazioni saranno rese note tra 90 giorni. "L'idea di farmi ancora sette anni di carcere mi terrorizzava. Il carcere mi preoccupava tantissimo, perché l'ho vissuto in modo molto duro con 14 mesi di isolamento, sorvegliato a vista e con il divieto di incontro, peggio di un terrorista". E' quanto ha affermato Lele Mora, che ha dichiarato di essere "molto soddisfatto" per lo sconto di pena deciso oggi a Milano dai giudici della corte d'appello al processo per il caso Ruby.    L'ex talent scout, che ha ringraziato i suoi avvocati per il risultato, ha detto di "aver già pagato" e rispondendo ad una domanda di un cronista ha affermato: "Non mi pento di quello che ho fatto, uno non si deve mai pentire sennò non è un uomo". ''Con la Minetti si continua a usare la clava e fortunatamente la Cassazione non è a Milano''. Non è soddisfatta la difesa di Nicole Minetti, imputata a Milano per il caso Ruby, per la sentenza con cui oggi la Corte d'Appello di Milano le ha ridotto la pena a 3 anni di carcere. Gli avvocati Paolo Righi e Pasquale Pantano sono convinti dell'innocenza della loro assistita e anche che ''questo processo vada celebrato a Monza''. Quindi quella della competenza territoriale sarà una delle questione che riproporranno nel loro ricorso davanti alla Suprema Corte con cui chiederanno l'annullamento del verdetto di oggi.  

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