
PALERMO. La somma più «ingente» è stata addebitata a Marco Tornambè, 9,89 euro. Mentre il minimo è stato chiesto a Patrizia Picciotto, 1,79 euro. In tempi di vacche magre - magrissime - la Regione chiede ai propri dirigenti anche la restituzione del costo delle telefonate personali fatte da telefonini di servizio.
Segno dei tempi che cambiano, ora si sta attenti anche al centesimo. Il dipartimento Programmazione ha chiesto a sette dirigenti il rimborso di 39,43 euro.
Non 39,43 euro a testa ma 39,43 euro da dividere così: Tornambè restituirà 9,89 euro, Francesca Terranova 3,05, la Picciotto 1,79, Franco Scancarello 4 euro, Rossella Reyes 9,03, Nicola Tarantino 4,28, Giovanni Marino 4,39. Gli ultimi 3 euro sono a carico di Maria Basile.
Il caso nasce da un particolare sistema di addebito dei costi del telefonino aziendale.
Da un po’ di tempo la Regione usa il sistema Consip: i cellulari di alcuni dirigenti sono abilitati solo a chiamate verso numeri preregistrati in una banca dati (normalmente quelli di altri dipendenti regionali). Quando un dirigente vuole contattare numeri diversi, digita un codice che «apre» il telefonino a tutte le altre chiamate. Ovviamente il costo di queste è a carico del dirigente.
Le somme che l’amministrazione sta recuperando sono proprio quelle relative alle chiamate verso numeri non abilitati, che per errore sono finite inizialmente a carico della Regione.
Per i possessori del telefonino c’è un vantaggio anche se i costi non sono più tutti a carico dell’amministrazione: quando si fanno chiamate personali, la tariffa è la stessa che il gestore applica alla Regione. Ed è una tariffa particolarmente scontata, molto più vantaggiosa di quella che un qualunque utente avrebbe siglando un contratto con un gestore telefonico.
5 Commenti
antonino pipitò
12/11/2014 15:54
credo che questo sia un lodevole segno di correttezza e giustizia morale che non si faccia un uso privato della cosa pubblica.
totino
12/11/2014 16:29
Una delle cose che contraddistingue TUTTI i dirigenti e impiegati della Regione è la CAFONAGGINE. Porca miseria, con tutti i soldi che guadagnano, è mai possibile che abbiano bisogno di telefonare a MIE spese? Quindi, lo fanno per il solo gusto di scroccare. Che levatura morale e professionale, eh!
giova
12/11/2014 17:49
menomale
Nicola Tarantino
12/11/2014 18:58
Sono uno dei Dirigenti coinvolti nel "cellular gate" scoperto dallo scoop del Giornale di Sicilia... Permettetemi di fornire ai cittadini una informazione corretta e non fuorviante, rispetto alle notizie (in qualche modo) fondate ma (ritengo) allusive contenute nell'articolo del Dr. Pipitone. Come tutte le Pubbliche Amministrazioni, la Regione Siciliana aderisce per i contratti di telefonia mobile di servizio alla convenzione "Consip 5", che prevede alla rete aziendale interna la possibilità di chiamate a tariffe regolamentate dalla medesima convenzione. I cellulari di servizio dei dipendenti regionali non sono abilitati (se non in rarissimi casi per i ruoli apicali dell'Amministrazione e degli organi di Governo) alle chiamate verso numeri che non siano ricompresi nella rete aziendale. In altri termini, non è possibile effettuare telefonate private verso terzi con il cellulare di servizio!!! Tuttavia (ed in via del tutto volontaria) i dipendenti regionali che dispongono di una sim di servizio possono richiedere l'abilitazione a proprie spese per le chiamate personali (per effettuare le quali bisogna anteporre al numero di utenza chiamata un codice aziendale standard) che vengono addebitate sulla carta di credito o sul conto corrente personale, con recapito di apposita bolletta telefonica al domicilio del dipendente. Non sto qui a dirvi quante telefonate di lavoro a nostre spese noi “regionali” facciamo quando siamo fuori ufficio, per il semplice fatto di non essere abilitati con il cellulare di servizio a contattare interlocutori con i quali interagiamo che non siano colleghi. Quello che è successo (e per cui stiamo restituendo all'Amministrazione pochi euro ciascuno) è che nella mappatura delle telefonate private la TIM, per un certo numero di bimestri, ha erroneamente imputato all'Amministrazione regionale il costo di alcuni sms personali che avrebbe dovuto addebitare sul nostro conto personale. Il riscontro capillare delle fatturazioni e dei rendiconti pervenuti dalla TIM ha consentito agli uffici del Dipartimento della Programmazione della Regione Siciliana di quantificare esattamente l'importo dell'errore per ciascun utente interessato dal disguido di fatturazione e sta provvedendo a recuperare le stesse somme. Tutto qui ! Nessun abuso e nessuna anomalia nell'utilizzo dei cellulari di servizio ! Peraltro, preme sottolineare come i suddetti provvedimenti di recupero delle somme sono rinvenibili, nella massima trasparenza, sul sito istituzionale del Dipartimento regionale della Programmazione. Ed, in ogni caso, la problematica ha interessato non solo i Dirigenti, ma anche le altre categorie di personale regionale del comparto (Funzionari, Istruttori, Collaboratori, etc.). Purtroppo ai giornali ed ai giornalisti serve lanciare la notizia in modo da massimizzarne l'impatto sull'opinione pubblica, talvolta (come in questo caso) cavalcando l'onda della sacrosanta indignazione per gli sprechi ed i privilegi nella Pubblica Amministrazione. Qualcuno potrà avere qualcosa da ridire sui costi amministrativi che sono stati sostenuti per recuperare le risibili somme indicate dall'articolo. Ma l'Amministrazione non ha discrezionalità nel fare certe cose, è obbligata dalla legge a farlo ! Se i colleghi non avessero provveduto ad avviare i recuperi degli importi in questione, sarebbero stati passibili di deferimento alla Corte dei Conti per danno erariale, ed alla Procura della Repubblica per omissione di atti d'ufficio. Ringrazio per la cortese attenzione coloro i quali hanno dedicato qualche minuto alla lettura di questo commento. Cordialmente Nicola Tarantino
Augusto
14/11/2014 02:26
Condivido pienemente quanto esposto dal sig. Tarantino, che in ultimo fa riferimento alle norme di legge per il recupero delle somme irrisorie come atto dovuto. Mi dolgo soltanto che la stessa solerzia non sia applicata nelle rispetto delle leggi per i trasferimenti dei dipendenti regionali siciliani, perchè solo da noi accadono queste cose.