CITTA' DEL VATICANO. Snellire le procedure dei processi di nullità matrimoniale. Seguire una "linea di giustizia e anche di carità". Attenzione a che le "procedure non siano entro la cornice degli affari", come alcuni "scandali pubblici" hanno mostrato. Questi i suggerimenti del Papa ai corsisti della Rota Romana, ai quali ha anche raccontato di aver "dovuto congedare dal Tribunale una persona, tempo fa, che diceva '10.000 dollari e ti faccio i due procedimenti, il civile e l'ecclesiastico'". Il discorso ai corsisti rotali, pronunciato a braccio in un incontro nell'aula Paolo VI subito prima della udienza generale in piazza San Pietro, ripropone uno dei temi affrontati durante il sinodo dei vescovi sulla famiglia, dal 5 al 19 ottobre. Il sinodo è stato oggi evocato da papa Francesco anche in udienza generale, come "bello" esempio di quella collegialità dei vescovi attorno al Papa, senza la quale la "Chiesa è malata", all'interno di un ragionamento sul fatto che il vescovato non è una carriera, ma un servizio. Primo punto indicato dal Papa è la giustizia: che i fedeli abbiano una sentenza che dichiara nullo o non nullo il matrimonio. "Nel Sinodo straordinario - ha dunque detto il Papa ai partecipanti al corso di prassi canonica 'super rato' promosso dal Tribunale della Rota Romana - si è parlato delle procedure, dei processi, e c'è una preoccupazione per snellire le procedure, per un motivo di giustizia. Giustizia, perché siano giuste, e giustizia per la gente che aspetta, come sua eccellenza mons. decano ha appena detto. Giustizia: quanta gente aspetta per anni una sentenza". "Per questo già prima del Sinodo - ha ricordato Bergoglio - ho costituito una Commissione che aiutasse per preparare possibilità diverse in questa linea: una linea di giustizia, e anche di carità, perché c'è tanta gente che ha bisogno di una parola della Chiesa sulla sua situazione matrimoniale, per il sì e per il no, ma che sia giusta". "Alcune procedure - ha commentato papa Francesco - sono tanto lunghe o tanto pesanti che non favoriscono, e la gente lascia" E ha raccontato: "il Tribunale interdiocesano di Buenos Aires, non ricordo ma credo che, in prima istanza, abbia 15 diocesi; credo che la più lontana sia a 240 km… Non si può, è impossibile immaginare che persone semplici, comuni vadano al Tribunale: devono fare un viaggio, devono perdere giorni di lavoro, anche il premio... tante cose... Dicono: 'Dio mi capisce, e vado avanti così, con questo peso nell'anima'. E la madre Chiesa deve fare giustizia e dire: 'Sì, è vero, il tuo matrimonio è nullo - No, il tuo matrimonio è valido'. Ma giustizia è dirlo. Così loro possono andare avanti senza questo dubbio, questo buio nell'anima". Secondo punto, lo snellimento delle procedure, ma senza affarismi. "Avanti sempre. È la madre Chiesa - ha sottolineato - che va e cerca i suoi figli per fare giustizia". "E bisogna essere anche molto attenti - ha raccomandato - che le procedure non siano entro la cornice degli affari: e non parlo di cose strane. Ci sono stati anche scandali pubblici. Io ho dovuto congedare dal Tribunale una persona, tempo fa, che diceva: '10.000 dollari e ti faccio i due procedimenti, il civile e l'ecclesiastico'. Per favore, questo no! Sempre nel Sinodo alcune proposte hanno parlato di gratuità, si deve vedere... Ma quando sono attaccati l'interesse spirituale all'economico, questo non è di Dio! La madre Chiesa ha tanta generosità per poter fare giustizia gratuitamente, come gratuitamente siamo stati giustificati da Gesù Cristo. Questo punto è importante: staccate, le due cose". "E grazie - ha concluso il Pontefice - per essere venuti a questo corso: si deve studiare e si deve andare avanti e cercare sempre la 'salus animarum', che non necessariamente si deve trovare fuori dalla giustizia, anzi, con giustizia".