TORINO. A 12 anni ha rischiato di essere rapita e di finire in sposa a un coetaneo. La bambina, una nomade residente con la famiglia in una casa di San Carlo Canavese, non distante da Torino, è stata salvata dal papà e dalla mamma che l'hanno strappata dalle mani degli aspiranti suoceri prima che la caricassero in auto. Il «rapimento della sposa», una tradizione secolare in alcune aree dell'est Europa, si è concluso con l'arresto della coppia, anche loro due nomadi rom, da parte dei carabinieri. Brutta avventura per una bambina che è stata sorpresa dai rapitori, lei 43 e lui 49 anni, mentre stava ritirando i panni stesi nella sua abitazione. All'improvviso una Opel Astra ha fatto irruzione nel cortile di casa, dove si trovava la piccola: la donna è scesa e ha cercato di trascinare la «preda» sull'auto guidata dal marito. Sul sedile posteriore c’erano anche i due figli maschi della coppia, entrambi minori di 14 anni e per questo motivo non imputabili. La reazione della bambina, però, è stata immediata: si è messa a urlare con tutte le sue forze, richiamando l'attenzione di mamma e papà, che sono usciti di casa e, dopo una breve colluttazione con chi stava cercando di portarla via, l'hanno salvata. La fuga dei rapitori non ha impedito ai genitori della piccola di annotare parte della targa dell’auto con cui erano arrivati e di denunciarli ai carabinieri. Le ricerche dei militari dell'Arma, coordinati dal pm Chiara Molinari, sono state immediate e hanno portato a rintracciare la coppia in un campo nomadi di Settimo Torinese, loro abituale dimora. I due sono stati così arrestati su ordine di custodia cautelare del gip Alessandro Scialabba. Quella dei matrimoni combinati nella comunità nomade è una tradizione antichissima, che quasi sempre comporta una donazione dalla famiglia dello sposo a quella della sposa. In questa occasione, hanno raccontato i genitori della bambina che da qualche tempo vivono in un appartamento di una comunità gestita dalla parrocchia di San Carlo Canavese nell'ambito di un progetto di integrazione, le due famiglie praticamente non si conoscevano. I due papà si erano incontrati una volta sola, un mese prima. Secondo la mamma della bambina, il rapimento sarebbe stato organizzato proprio per evitare di chiedere la mano della bambina e, quindi, di fare l'offerta in denaro alla famiglia. «Ma io - ha raccontato la donna ai carabinieri - sono contraria ai matrimoni combinati».