ROMA. La Corte di Assise di Palermo ha rigettato la richiesta degli imputati Totò Riina, Leoluca Bagarella e Nicola Mancino di assistere alla deposizione del Capo dello Stato, nell'ambito del processo sulla trattativa Stato-Mafia, fissata al Quirinale per il 28 ottobre. "E' una decisione giuridicamente errata perché Riina, come tutti gli altri imputati, ha interesse a conoscere i rapporti intercorsi tra Mancino, D'Ambrosio e la presidenza della Repubblica a proposito di questa trattativa che viene contestata a Riina". Lo dice ad Affaritaliani.it Luca Cianferoni, avvocato del boss corleonese, commentando la decisione della corte di rigettare la richiesta degli imputati Riina, Leoluca Bagarella e Nicola Mancino di assistere alla deposizione del Capo dello Stato, nell'ambito del processo sulla trattativa Stato-Mafia, fissata al Quirinale per il 28 ottobre. "Non sono d'accordo con il giudice Montalto - continua Cianferoni -. Ci sarà modo di rivedere questa decisione in altre sedi. Loro sono i giudici ma noi faremo l'impugnazione del caso". Cianferoni annuncia anche che chiederà l'annullamento del processo: "Lo farò certamente. Io il 28 ci sarò ma non ci faranno fare nulla. Questa decisione fa capire che non si potrà neppure fare domande. Credo che venga negato il diritto alla difesa". Il Quirinale gode di immunità. Al Quirinale la Costituzione riconosce una immunità che di per sé impedisce la presenza degli imputati alla deposizione del capo dello Stato al processo sulla trattativa Stato-mafia. E' una delle argomentazioni della Corte d'assise di Palermo che ha escluso che Riina, Bagarella e Mancino assistano alla testimonianza di Napolitano. Legale Mancino: nulla la decisione della corte. Il legale dell'ex ministro Nicola Mancino ha eccepito la nullità dell'ordinanza con cui la corte d'assise di Palermo ha escluso la partecipazione dei boss Totò Riina e Leoluca Bagarella e dello stesso Mancino all'udienza in cui il capo dello Stato deporrà, al Quirinale, nel processo sulla trattativa stato mafia. Per l'avvocato Nicoletta Piergentili Piromallo la decisione lede il diritto di difesa dell'imputato. Il presidente della Corte ha verbalizzare la eccezione di nullità. Nei giorni scorsi la Procura di Palermo, in una memoria depositata alla Corte d'Assise, aveva dato parere favorevole alla partecipazione dei boss Totò Riina e Leoluca Bagarella e dell'ex ministro Nicola Mancino alla deposizione, al Quirinale, del Capo dello Stato al processo sulla trattativa Stato-Mafia. I capimafia avrebbero partecipato in videoconferenza dal carcere, mentre Mancino doveva assistere dal Quirinale. Secondo i pm, infatti, la possibilità di partecipare all'udienza, seppure con le forme della videoconferenza, era prevista dalla norma richiamata dalla Corte d'Assise per lo svolgimento dell'udienza al Quirinale, cioè l'articolo che disciplina l'audizione del teste sentito a domicilio. Inoltre - per la Procura - alla luce dei principi generali che consentono all'imputato di partecipare al processo, un'eventuale esclusione, a fronte di una precisa istanza, potrebbe determinare una nullità processuale. Da qui era arrivato il parere favorevole della Procura ora superato dal no della Corte di Assise di Palermo.