PALERMO. I «portoghesi» sui bus urbani aumentano. E l’Amat prova a contrastarli triplicando il numero dei controllori che salgono a bordo per verificacre il titolo di viaggio. Una rivoluzione? Forse. ma al momento durerà solamente quattro mesi. È il periodo di tempo sottoscritto con i sindacati all’interno del quale verrà sperimentato il servizio potenziato. L’intesa attribuisce all’azienda (facendo riferimento a un accordo nazionale del 2013) la possibilità di «prelevare» personale e destinarlo alla verifica, pur essendo adibito ad altre mansioni. La questione è antica: molti palermitani quando salgono su un autobus dell’Amat non solo non obliterano il biglietto, ma non lo comprano nemmeno. Segno che non hanno neanche paura dei controlli che, a dire il vero, avvengono raramente. E l’azienda, già di suo in una situazione finanziaria delicatissima, cerca di porvi rimedio come può. Attualmente l’azienda di via Roccazzo incassa qualcosa come 13 milioni di euro all’anno fra biglietti venduti e abbonamenti. Probabilmente potrebbe mettere in bilancio la metà di quella cifra se si riuscisse a far pagare tutti. È difficile fare un calcolo sui portoghesi. Non ci sono stime suffragate da dati certi. ma alcune fonti indicato che il rapporto è che ogni dieci passeggeri solo 4 sono regolarmente muniti di un titolo valido di viaggio. Il resto viaggia a sbafo. Il male è comune a molte altre città italiane, al Sud ovviamente il fenomeno assume proporzioni più consistenti. ALTRE NOTIZIE SUL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA