PALERMO. Era stata accusata di avere spento una sigaretta sulla mano di un' alunna maggiorenne, disabile psichica. Sotto processo per oltre tre anni, oggi, G.C., insegnante, è stata assolta dal giudice monocratico di Palermo "perchè il fatto non sussiste". La donna era difesa dall'avvocato Giuseppe Di Peri.
Querelata dal padre della ragazza, era stata citata a giudizio per lesioni volontarie. Ma il legale aveva sostenuto che la querela non era valida in quanto a presentarla doveva essere o la presunta vittima o il padre su autorizzazione del giudice tutelare. In primo grado, inoltre, l'avvocato aveva sostenuto che nessun testimone confermava il racconto della ragazza, che aveva riferito che la lesione sarebbe avvenuta nel corridoio della scuola. E che, comunque, nel momento del fatto, l'imputata era assente per un permesso sindacale.
La sentenza, emessa dal giudice di pace, che condannava l'insegnante a 10 mesi di carcere e 50mila euro di risarcimento del danno, è stata impugnata davanti al tribunale che l'ha
annullata sostenendo che il reato da contestare doveva essere quello di lesioni aggravate, reato procedibile anche senza querela. La Procura ha riformulato la contestazione e l'imputata è stata rinviata a giudizio. Oggi il giudice monocratico Monica Sammartino ha assolto la donna escludendo che le lesioni siano mai accadute.
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