MESSINA. Contestato, offeso, fischiato e per poco quasi aggredito all'assemblea di lunedì pomeriggio davanti all'ospedale Piemonte. Il sindaco Renato Accorinti, ieri, ha replicato in conferenza stampa. Accorinti è stato accusato dai manifestanti, l'iniziativa è stata organizzata da Cisl e Uil e ha visto la presenza dei deputati regionali Santi Formica, Nino Germanà, Beppe Picciolo, Franco Rinaldi e dell'ex assessore regionale Carmelo Briguglio, di essere tra gli artefici dello smantellamento dell'ospedale Piemonte per aver inviato una lettera, nell'agosto scorso, all'assessore Lucia Borsellino in cui parla del nosocomio come possibile struttura di emergenza-urgenza. «Nonostante le gratuite aggressioni nei miei confronti ribadisco la mia assoluta serenità e disponibilità al confronto - ha dichiarato il sindaco - il mio intento e quello dell'amministrazione che rappresento, è difendere l'Ospedale Piemonte da qualsiasi ipotesi di chiusura, voglio precisare, però, che lunedì scorso è avvenuto un atto preorganizzato e condiviso da sindacati e politica, che invece dovrebbero seguire la strada del dialogo e del confronto nella mia vita non c'è mai stato e mai ci sarà alcun atto finalizzato a favorire qualcuno perché è fuori dalla mia logica. Mi piace sottolineare che la convocazione in seduta straordinaria del Consiglio comunale dello scorso 4 agosto è stata indetta dalla presidente Emilia Barrile su mia richiesta; lunedì invece nei miei confronti c'è stata un'aggressione fisica e morale. Non sono l'artefice della chiusura dell'Ospedale Piemonte, anzi mi opporrò sempre, anche se, pur essendo la massima autorità sanitaria locale, ricordo a tutti che su questo argomento il potere decisionale spetta esclusivamente alla Regione Siciliana». Nel documento inviato all'assessore Borsellino Accorinti aveva scritto testualmente che il Piemonte dovrebbe mantenere e potenziare la sua vocazione di struttura per la garanzia dell'emergenza/urgenza.