ARAGONA. «È vero, da 18 anni chiediamo alla Regione siciliana l'acquisto degli strumenti per il monitoraggio dei vulcanelli, ma sappiamo anche che questi strumenti non è detto che avrebbero potuto evitare la tragedia di ieri». L'ha detto Mimmo Fontana, presidente di Legambiente Sicilia e direttore della riserva naturale delle Maccalube, dove due fratellini, Laura e Carmelo, di 7 e 9 anni, sono morti per il «ribaltamento» della collina che ha sollevato una colonna di
fango.
«Chi parla di polemiche tra Legambiente e la Regione - aggiunge - dice il falso: noi gestiamo la riserva per conto della Regione, che è proprietaria dell'area centrale (la cosiddetta zona A), mentre l'altra parte, acquistata da noi nel
'97 con il progetto Life, è stata ceduta in uso alla Regione».
Fontana spiega che «fenomeni come quello di ieri non si erano mai verificati prima. In genere vi sono dei segnali che annunciano il ribaltamento: la collina si solleva e comincia l'ebollizione dell'acqua. Questi segnali comportano - come è accaduto solo lo scorso agosto - la chiusura della riserva. Ieri, invece, è accaduto tutto improvvisamente: Daniele Gucciardo, di Legambiente, aveva fatto un sopralluogo 20 minuti prima e la situazione era tranquilla».
Infine, Fontana fornisce le cifre della convenzione con la Regione: «I fondi messi a disposizione per le Maccalube sono poco più di 30 mila euro l'anno per le spese di funzionamento e la gestione ordinaria, oltre ai soldi per il personale, che hanno i contratti del commercio».
Legambiente esprime il proprio cordoglio alla famiglia dei due bambini morti e ai carabinieri: il padre di Carmelo e Laura è un carabiniere.
Persone:
Caricamento commenti
Commenta la notizia