MAZARA. Si ispeziona un’area di mare di 180 miglia nautiche quadrate, partecipano anche due elicotteri della Marina militare - decollati dalla base aerea di Trapani Birgi e di Poggio Renatico (Ferrara), mezzi delle Capitaneria di porto di Mazara e Marsala e mezzi dei carabinieri. Finora però le ricerche per trovare Pietro e Daniele Di Marco di 23 e 20 anni, sono state senza esito. Dei due dispersi nel naufragio del motopesca «Tre fratelli», avvenuto nel mare di Petrosino, tra la costa di Mazara e Marsala, nella notte tra lunedì e martedì, non c’è traccia. Il cadavere del padre Vito, 61 anni, è stato recuperato nella tarda mattinata di martedì e si trova ancora all’obitorio del cimitero di Mazara in attesa dell’autopsia. La città è sotto schok per questa ennesima tragedia del mare. Qualcuno la paragona a quella successa nella notte tra il 24 e il 25 aprile del 1981 quando il peschereccio Ben Hur, in una notte di tempesta, si infranse contro gli scogli di Pantelleria. Persero la vita i sette uomini dell’equipaggio. Oggi, invece, si racconta una storia diversa ma che ha come denominatore comune la perdita di vite in mare per ”un infortunio sul lavoro” o per imperizia che ha visto coinvolte cinque persone di cui soltanto due tratte in salvo. A complicare le ricerche le forti correnti marittime che caratterizzano il tratto di mare adiacente la zona di mare (il Biscione) dove è avvenuto il naufragio. ALTRE NOTIZIE NEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA