AGRIGENTO. "Medici venduti a vere e proprie associazioni criminali". Di fronte alla mole di prove raccolta dalla Procura e dai poliziotti della Digos durante le indagini che hanno portato all'operazione "La carica delle 104" il gip Ottavio Mosti - che ha emesso l'ordinanza su richiesta del capo dell'ufficio inquirente Renato Di Natale, del suo vice Ignazio Fonzo e del pm Andrea Maggioni - usa parole di fuoco. La presunta fabbrica di falsi invalidi, secondo quanto si legge nel provvedimento, sarebbe stata portata avanti con centinaia di "laute mazzette" e assoluta spregiudicatezza.
"Un autentico florilegio di nefandezze". Il giudice addirittura si scusa per il sarcasmo usato in alcuni tratti dell'ordinanza. Mosti, peraltro, sottolinea che l'indagine è tutt'altro che chiusa. Scrive il gip: "Nelle imputazioni che ne ricava la pubblica accusa - oltre centocinquanta, a carico di centouno indagati; ma il conto, come l'indagine, è ancora in divenire - si specchia il sommerso di un consolidato e ben regolato ordine di corruttele, nel quale la funzione certificativa di alcuni medici del servizio sanitario pubblico ci appare venduta ed asservita, per il tramite di vere e proprie associazioni criminali, all'interesse fraudolento di chi, per fini di lucro o per accampare diritti di contesto laboristico (assunzioni, trasferimenti et similia), aspiri, senza averne diritto, a che gli sia riconosciuto o mantenuto, e se del caso aggravato, lo status di invalido civile".
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