FORLI'. La situazione della pirateria stradale in Italia nel primo semestre 2014 è stata «drammatica». Così la definisce l'Asaps, l'Associazione sostenitori Polstrada che ha contato 464 omissioni di soccorso "importanti". Il numero dei morti è aumentato del 35 per cento rispetto allo scorso anno. Sono 58 le vittime del 2014, mentre erano 43 un anno fa. Cala invece il numero dei feriti. Sono 571 nel 2014, con una riduazione del 3,7 per cento.Le omissioni di soccorso importanti lo scorso anno furono 466, appena due in meno. I feriti sono stati quest’anno 571, lo scorso anno furono 593. Quindi 22 ospedalizzazioni in meno e un calo del 3,7%. Ma il dato che gela i curatori dell’osservatorio dell’ASAPS è quello delle vittime mortali. Ben 58 nei primi sei mesi del 2014, mentre nel primo semestre del 2013 il report ne contava 43. Sono stati 15 i lenzuoli bianchi in più stesi sulle strade a causa dei vigliacchi che si sono dati alla fuga. E a metà settembre siamo già oltre 80 vittime mortali. Fra le vittime il maggior numero si conta fra i pedoni, ben 23 e fra i ciclisti dove sono stati 10 i decessi. In 62 casi, 13,4%, vittime della pirateria sono stati dei bambini. 2 i morti. In 68 episodi, 14,7%, gli anziani. Tornano a crescere i pirati ubriachi o drogati che sfiorano il 22% di quelli individuati nella quasi immediatezza del fatto (lo scorso anno nel primo semestre la percentuale si fermò al 18,5%). "Ovviamente insistiamo nel dire che questa percentuale è ampiamente sottostimata perché larga parte dei pirati viene identificata a distanza di giorni o settimane quando non è più possibile effettuare prove con l’etilometro o il narcotest - ha commentato il presidente dell'Asaps, Giordano Biserni -. Ricordiamo che al 60% dei pirati le forze di polizia hanno dato un nome e cognome. L’80,5% degli identificati è stato denunciato a piede libero, mentre il 19,5% è stato arrestato. Una percentuale quest’ultima che non consente di ritenere che anche l’identificazione del pirata abbia poi una funzione efficacemente dissuasiva.