Le intimidazione continuano, il racket è ancora vivo, ma sempre più commercianti collaborano con le associazioni e con le forze dell'ordine. Gli uomini di Addiopizzo, ragazzi che hanno cambiato se non il mondo quantomeno un "certo modo" di pensare in Sicilia, continuano nella loro lotta alle intimidazioni, sempre presenti a Palermo e non solo. Ma qualcosa è cambiato. "Quanto fatto in questi anni per noi è un punto di partenza e non di arrivo, su questo non c'è dubbio - dicono dall'associazione - Dalle operazioni che sono state fatte negli ultimi periodi, da Bagheria al mandamento di San Lorenzo e dello Zen, sicuramente possiamo vedere che sistema del pizzo è ancora attivo, ma il numero del imprenditori che chinano il capo senza combattere è sempre più limitato. Aumenta invece chi collabora con noi e con le forze dell'ordine, segno che qualcosa è davvero cambiato. Alcuni, pur non denunciando, si sono comunque rifiutati di pagare, facendo resistenza, pur senza chiedere l'intervento nostro o dello Stato". Nell'ultima operazione delle forze dell'ordine contro il mandamento di San Lorenzo, ad esempio, su 90 commercianti coinvolti, 50 hanno collaborato e denunciato quanto subito. "Ma anche dalla provincia ci arrivano storie di persone che combattono e che si ribellano al racket - dicono da Addiopizzo - abbiamo ascoltato i commercianti di Bagheria, di Altavilla, decine di imprenditori che hanno aperto il loro cuore". Ieri c'è stata un’intimidazione a San Lorenzo a Palermo a un negozio di ricambi auto che ancora doveva essere inaugurato. I vigili del fuoco sono intervenuti davanti alla saracinesca dell’esercizio commerciale, dove ignoti hanno incendiato uno pneumatico imbevuto di benzina. "Questo è un metodo diffuso - dicono da Addiopezzo - anche se l'attak rimane quello più usato. Fortunatamente notiamo che sono sempre meno i fenomeni violentissimi".