PALERMO. Hanno superato una selezione che ha tenuto conto di curriculum e titoli, del risultato di un test scritto e dell’esito di un colloquio. Niente click-day o prove di velocità, insomma, ma neanche loro, 32 candidati a un posto di «supervisore» al bando dei tirocini del piano giovani, sono certi adesso del posto. È bufera infatti su Italia lavoro, società del ministero sulla quale è ricaduta adesso la responsabilità dei disagi del bando per i tirocini in azienda retribuiti 500 euro al mese pagati dalla Regione.
Secondo il dipartimento della Formazione, la società avrebbe dichiarato di possedere le strutture informatiche per gestire il piano giovani, quando invece non era vero. Da qui la lettera di contestazione della dirigente generale della Formazione, Anna Rosa Corsello, che ha scritto anche al ministero del Lavoro. Del resto, per il gestire tutta una serie di misure Italia Lavoro ha ricevuto la bellezza di cinque milioni di euro, ma alla fine per realizzare il sito la Regione ha dovuto incaricare in extremis un’altra società, la Ett, con un costo aggiuntivo di 200 mila euro.
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