BREMBATE DI SOPRA. «Quando pensiamo a un omicida, pensiamo a una persona feroce. Qui siamo in presenza di una persona normalissima, padre di 3 bambini, oso sperare che non sia lui». Don Corinno Scotti, parroco di Brembate, lo ha detto durante la messa della domenica, a sei giorni dal fermo del presunto omicida di Yara Gambirasio, parlando del muratore Massimo Giuseppe Bossetti.
"Un giorno - ha proseguito don Corinno -, dopo il ritrovamento di Yara, venne da me un padre e mi disse: don Corinno, quanto male è stato fatto a Yara; una madre mi disse: quanto bene ci ha fatto Yara... Poi venne un bambino e mi disse: io non voglio fare male a nessuno".
"Cari padri e madri - ha proseguito nell'omelia -, voi volete che nessuno faccia loro del male, ma quello che più dovete volere è che loro non facciano male a nessuno".
Poi ha ricordato le parole del padre di Yara, Fulvio, che nei giorni scorsi gli aveva detto: "Dì di pregare per la loro famiglia - riferito ai Bossetti - perchè stanno soffrendo ancor più di noi".
Intanto, Massimo Giuseppe Bossetti è stato colto da un malore in cella nella mattinata di ieri. Una tachicardia dovuta allo stress del fermo per l'omicidio di Yara Gambirasio e ai giorni di isolamento. Lo riporta stamani l'Eco di Bergamo secondo il quale l'uomo è stato soccorso dal personale del carcere e curato, mentre non è stato necessario l'intervento del 118. L'uomo continua a proclamarsi innocente.
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