TORINO. Il tentato omicidio è una delle ipotesi di reato che la Procura di Torino valuta per l'attacco al cantiere del Tav di Chiomonte. Il fascicolo è aperto contro ignoti. L'altra notte, bombe carta, molotov e persino un mortaio artigianale sono stati lanciati contro il cantiere della Torino-Lione. Un vero e proprio «atto di guerra», come lo ha definito il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota, quello attuato da una trentina di incappucciati a Chiomonte, in Val Di Susa, dove si sta scavando il tunnel geognostico per la realizzazione della nuova linea ferroviaria ad Alta Velocità. Convocato d'urgenza un comitato sulla sicurezza, al quale hanno partecipato i ministri dell'Interno e delle Infrastrutture, Angelino Alfano e Maurizio Lupi. A Torino, per fare il punto sulla sicurezza, sono giunti anche il vicecapo vicario della Polizia di Stato, Alessandro Marangoni, e il comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, Leonardo Gallitelli. Presenze che confermano la gravità dell'attentato e le preoccupazioni per una recrudescenza dell'opposizione alla realizzazione dell'opera. Ltf, società responsabile della sezione transfrontaliera della Nuova Linea Torino-Lione, parla di una incursione «di carattere quasi terrorista», «l'ennesima aggressione, che mette a repentaglio la vita dei lavoratori». È di pochi giorni fa la sassaiola contro un camion del cantiere, nella quale l'autista è rimasto ferito in modo lieve. Poteva andare peggio la scorsa notte, se i militari di guardia al cantiere non fossero intervenuti prontamente. Un'azione fulminea, che per pochi interminabili minuti ha trasformato il cantiere in un campo di guerra, con una pioggia di razzi bengala e molotov. Danneggiato un generatore, oltre alle recinzioni poste a difesa del cantiere e lucchetti ai cancelli, per ritardare la reazione delle forze dell'ordine. Modalità e violenza, secondo il sindaco di Torino Piero Fassino, «richiamano alla memoria stagioni eversive tristi e buie del passato». «Se un giorno dovesse andare storto qualcosa e succedesse qualcosa di più grave, tutti quelli che oggi hanno taciuto se ne dovranno assumere la responsabilità», è l'allarme lanciato dal senatore Pd Stefano Esposito, noto attivista pro Tav, mentre il presidente della Provincia Antonio Saitta non usa mezzi termini e ha definito «questa ennesima aggressione un atto di terrorismo». Unanime la condanna della violenza da parte delle forze politiche. E mentre il dibattito si divide tra favorevoli e contrari all'opera, il ministro Lupi ha ribadito che «la violenza non fermerà un'opera fondamentale e strategica per l'Italia e per l'Europa» e «a favore della quale si sono impegnati tutti i governi».