Guardo il Prato del Foro Italico e mi viene da urlare tutta la mia rabbia per la fatica, l'amore e l'attenzione che a questo spazio in tanti anni abbiamo dedicato facendolo diventare un gioiello di Palermo e un luogo di cui i palermitani sono sempre andati orgogliosi. Io, in questo progetto, spinta dalla passione del sindaco Cammarata, ho messo l'anima e la mia professionalità. Guardate adesso come si è ridotto in appena tre mesi. Non c'è reazione e neppure indignazione. Se non fosse per il Giornale di Sicilia, forse non si sarebbe neppure notato l'abbandono nel quale si trova. A gennaio tutto era in ordine, ma per mantenerlo bisognava occuparsene giornalmente ed io, con fatica, vi passavo ogni giorno, quasi a timbrare un cartellino. Adesso si guarda al nuovo sindaco e lo faccio anch'io con speranza. Certo, il Prato del Foro Italico e la riqualificazione del fronte del porto sono già una realtà così come lo sono i giardini della Zisa, mantenuti in buono stato e ripristinati con tenace continuità contro gli atti di vandalismo che, purtroppo, nostri concittadini con tenace continuità riservano al nostro patrimonio e naturalmente realtà lo é il Parco Ninni Cassarà, una vera meraviglia, il secondo parco per dimensioni dopo la Favorita (mai vista prima in questo stato) per il quale parco Cassarà, senza offesa, mi sono permessa di lasciare per iscritto a futura memoria lo stato dell'arte e una serie di prescrizioni per il suo mantenimento.
* Ordinario di botanica ambientale presso l'università ed ex assessore al verde del Comune
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