PALERMO. "Ho chiesto ai candidati al consiglio comunale della lista 'Amo Palermo' di sottoscrivere il certificato antimafia, una dichiarazione nella quale attestano sotto la propria responsabilità di non essere stati raggiunti ai sensi dell'articolo 369 del codice di procedura penale da informazioni di garanzia per associazione per delinquere di stampo mafioso, né da misure di prevenzione, di non essere coniugato o convivente con persona condannata con sentenza passata in giudicato per associazioni stampo mafioso e Vincenzo Ganci l'ha sottoscritta".
Lo ha detto il referente della lista Amo Palermo, Giuseppe Scazzola, in conferenza stampa a proposito dell'arresto per mafia di Vincenzo Ganci, candidato al consiglio comunale nella lista che appoggia la candidatura a sindaco del deputato regionale Pid Marianna Caronia. "Il 26 marzo abbiamo ricevuto una email da un indirizzo difficilmente identificabile '[email protected]' - ha sottolineato Scozzola - nella quale c'era scritto 'Signora Caronia lei è attenta alle candidature della sua lista ma le sfugge un nome che rappresenta la spazzatura si tratta di Ganci vicino a mafiosì". "Caronia - ha aggiunto Scozzola - ha denunciato l'episodio al commissariato di polizia Libertà, mentre Vicenzo Ganci si è recato presso l'ufficio di polizia postale per sporgere denuncia, ma non ha potuto farlo perché, non essendo chiuse le liste, non si poteva ricondurre il Ganci citato nella email a lui". Scozzola ha quindi annunciato le proprie dimissioni da referente della lista Amo Palermo "allo scopo - ha detto - di salvaguardare la lista e i candidati".
Mafia a Misilmeri, Caronia denunciò una mail anonima
Il referente della lista Amo Palermo dopo l’arresto di Vincenzo Ganci, candidato al consiglio comunale di Palermo
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